Gli inquirenti parlano di
un “vorticoso crescendo di scommesse illegali”. Come noto
Fagioli e Tonali sono stati condannati dalla giustizia sportiva, hanno
patteggiato, sono stati squalificati e sono ritornati in campo. Ma la
giustizia ordinaria ha continuato le indagini, e nell'inchiesta ora
sono coinvolti numerosi calciatori (in totale sono 13). L'accusa è
quella di avere scommesso su piattaforme online illegali. La vicenda
non dovrebbe avere risvolti sportivi. I calciatori indebitati
saldavano nella seguente maniera: simulavano l'acquisto di orologi o
altri oggetti di valore presso una gioielleria. Tonali che sperperava
oltre 150mila al mese. Fagioli che procacciava “clienti”,
tra amici e conoscenti. In cambio i due ricevevano dei bonus
economici o una decurtazione delle loro perdite. “Bravo
catturalo per me”, così uno degli organizzatori del sito
scriveva a Fagioli, riferendosi al coinvolgimento di Zaniolo. E
ancora: “Ma il buon Weston... (McKennie) perché non me
lo fai prendere agli altri giochi? Sei lì che dormi”. Lo
spaccato che emerge dalle chat non inquieta, ma demoralizza. Sarebbe
facile, e quasi d'obbligo, alzare la ferula del moralista. Rimane
l'impressione che sia una storia sconfortante. Giovani ragazzi che
hanno avuto la fortuna di avere una dote, sono lautamente pagati,
sono al centro dell'attenzione oltre misura, dovrebbe essere
concentrati sulla loro professione, eccoli dediti e preda di una
passione triste. Questi sono i tempi. Non rimane altro che non capire
e non comprendere.
CALCIO ITALIANO

Italia, ancora scommesse illegali