CHAMPIONS
Beneamata, solo chi cade può risorgere
Pubblicato il 30.04.2025 11:40
di A. L.
Si vive di misteri, almeno così sosteneva Dostoevskij. E il tifo è un grande mistero, è una categoria che non si può spiegare, non si può comprendere, si può solo viverla in maniera libertaria. Il tifoso ha sogni, speranze e ambizioni. E crede sempre, ha una totale idiosincrasia con il realismo. Sospende ogni parvenza di logica. I nerazzurri sono di scena in quel di Barcellona. All'improvviso è deflagrato l'interismo pessimista. Tutto è precipitato. Una sconfitta dopo l'altra, obiettivi che sfumano. Dileggio, quasi, generale. Ora arriva la partita dell'anno, contro una grande squadra. I catalani sono giovani, tecnici, veloci e scanzonati. Giocano in modo spregiudicato, senza timori e con la convinzione di annichilire l'avversario. Lo puntano, lo aggrediscono e lo infilano. L'Inter sembra smarrita e spaurita. Pare stanca e debilitata. Gli esperti sono sicuri: il pronostico è segnato. L'interista comunque approva, non mormora, non critica, non destabilizza, non distrugge. È sollevato: la Beneamata ha giocato, per lunghi tratti, a calcio. E ha tentato l'impresa, ha profuso immani energie, non si è risparmiata. Ha scommesso tra lo zero e l'infinito. E questo basta. Non c'è stata né spocchia né sicumera, ma solo una grande sfida. E solo chi cade può risorgere. Perché l'umano si nutre di passioni e di emozioni. Così è la vita viva.