Perso
lo spareggio contro la Norvegia (5-4) e retrocessione! Bruttissima figura per
il nostro hockey, che in Texas ha conosciuto una pagina triste del nostro
hockey giovanile con la retrocessione in B della nazionale Under 18. Uno
smacco, per una federazione che nelle sue intenzioni vorrebbe invece crescere e
fare grandi risultati.
La retrocessione della squadra allenata da Fabio Schumacher, ex tecnico dell’Under 20 dello Zugo, e dall’assistente Andreas Götz, recentemente nominato a soli 36 anni (!) Senior Manager Talentsport della nostra federazione, mette in difficoltà il nostro hockey giovanile e soprattutto quei ragazzi del 2008 che non potranno tra l'altro partecipare in agosto al classico e imperdibile appuntamento dell’Hlinka Gretzky Cup.
Ora bisognerà effettuare un’analisi seria e capire cosa non è andato: il marchio “swiss made”, con allenatori esclusivamente svizzeri in federazione, voluto dal duo Weibel (Direttore sportivo di tutte le nazionali) e Fischer (allenatore della nazionale), ha davvero senso?
Intanto il dibattito è aperto: i sei stranieri in National League fanno davvero male al nostro hockey? C’è chi, ovviamente, sostiene che una retrocessione di una squadra U18 non abbia nulla a che vedere con questo, e chi invece sostiene che tutto ciò possa invece incidere sulle motivazioni dei giovani, che vedrebbero davanti a loro meno spazio per emergere. Punti di vista, che però, almeno per ora, non giustificano questo brutto risultato.
Ora si attende il mondiale dei “grandi”, con la nostra nazionale un po’ in difficoltà per l’assenza di tanti giocatori che militano in NHL e che hanno già dichiarato forfait (alcuni per infortuni). Il viaggio di Weibel e Fischer di qualche mese fa in Canada, per incontrare i giocatori, non sembra aver portato grossi frutti.
La retrocessione della squadra allenata da Fabio Schumacher, ex tecnico dell’Under 20 dello Zugo, e dall’assistente Andreas Götz, recentemente nominato a soli 36 anni (!) Senior Manager Talentsport della nostra federazione, mette in difficoltà il nostro hockey giovanile e soprattutto quei ragazzi del 2008 che non potranno tra l'altro partecipare in agosto al classico e imperdibile appuntamento dell’Hlinka Gretzky Cup.
Ora bisognerà effettuare un’analisi seria e capire cosa non è andato: il marchio “swiss made”, con allenatori esclusivamente svizzeri in federazione, voluto dal duo Weibel (Direttore sportivo di tutte le nazionali) e Fischer (allenatore della nazionale), ha davvero senso?
Intanto il dibattito è aperto: i sei stranieri in National League fanno davvero male al nostro hockey? C’è chi, ovviamente, sostiene che una retrocessione di una squadra U18 non abbia nulla a che vedere con questo, e chi invece sostiene che tutto ciò possa invece incidere sulle motivazioni dei giovani, che vedrebbero davanti a loro meno spazio per emergere. Punti di vista, che però, almeno per ora, non giustificano questo brutto risultato.
Ora si attende il mondiale dei “grandi”, con la nostra nazionale un po’ in difficoltà per l’assenza di tanti giocatori che militano in NHL e che hanno già dichiarato forfait (alcuni per infortuni). Il viaggio di Weibel e Fischer di qualche mese fa in Canada, per incontrare i giocatori, non sembra aver portato grossi frutti.