Il Barcellona di
Flick lo dichiara come gioca: all'attacco; squadra schierata
nella metà campo avversaria; difesa altissima; ricerca continua del
fuorigioco; pressing asfissiante. I catalani non si fermano mai,
attuano questa tattica qualsiasi sia il risultato. Corrono sempre
spediti, hanno un solo obiettivo: fare un gol in più
dell'avversario. È il calcio dell'avanguardia? Esibizione di schemi
mai visti? Macché. Gigi Delneri ha 75 anni, ha allenato il
Chievo, specie quello tra il 2000 e il 2004, che portò in
Serie A. E fu: il Chievo dei miracoli, il quartiere di Verona
stupì l'Italia intera. Filava veloce, pareva un'orchestra rodata,
sul campo i giocatori si muovevano all'unisono, mostravano
un'amalgama straordinario. E Delneri ci tiene a rivendicare i
suoi meriti, vuole mettere in giusta guisa la storia. Sottolinea che
lui si sente attualissimo, ergo lo schema di Flick non è
assolutamente un inedito, è certo: “Non voglio passare per
presuntuoso, ho visto il Barcellona praticare il fuorigioco che noi
facevano al Chievo”. Il segreto dei veneti: “Fuorigioco,
pressing, un 4-4-2 che era un 4-2-4, perché sulle ali avevamo gente
molto offensiva”. E conclude: “Abbiamo anticipato delle
tendenze, per esempio le aggressioni uno contro uno di cui tanto si
parla oggi”.
CALCIO INTERNAZIONALE

È il Barcellona, sembra il Chievo