Lamine Yamal è più forte di Leo Messi?
Sì, i dati, almeno finora, dicono questo. Senz’ombra di dubbio.
All’età che ha adesso Yamal, Messi aveva giocato solo sette partite nel calcio professionistico, senza segnare un gol e nemmeno fornire un assist. “Soltanto” sei mesi dopo, Messi avrebbe debuttato nella nazionale argentina in una amichevole contro l’Ungheria, venendo espulso in maniera piuttosto incredibile dopo pochi istanti dal suo ingresso in campo. Un anno e mezzo dopo avrebbe giocato il suo primo Mondiale in Germania nel 2006, ma stando spesso seduto in panchina.
E Yamal? Lo spagnolo ha già giocato più di 110 partite nel calcio professionistico, segnando una trentina di gol e più o meno lo stesso numero di assist. È titolare indiscusso della Spagna, con cui ha già vinto un Europeo, e punto fermo, per non dire… una grande stella, di un Barcellona fortissimo.
Stiamo parlando di un ragazzo che non ha ancora 18 anni (li compirà a luglio), che mercoledì contro l’Inter, squadra che aveva subìto soltanto un gol in otto partite di Champions League, ha letteralmente incantato. Gol, assist, traverse e giocate che non si vedevano da tempo nel calcio moderno, nonostante la gabbia che la squadra di Inzaghi gli aveva costruito attorno.
Cose mai viste da un minorenne! Mai!
E adesso? Yamal sembra destinato a diventare il più forte di sempre, almeno così dice finora la sua storia, ma il calcio, si sa, è imprevedibile.
Dalle sue interviste e dal suo atteggiamento, si percepiscono la sua determinazione, la sua ostinazione e la sua giovanile sfrontatezza. Un po’ come quei capelli, piuttosto impresentabili, che lui porta con fierezza e che si tocca dopo ogni azione. Naturale, come un giovane della sua età, come un fenomeno che forse non sa ancora di esserlo.
Godiamoci Lamine, perché il calcio è questo. Il resto è un’altra cosa.
Sì, i dati, almeno finora, dicono questo. Senz’ombra di dubbio.
All’età che ha adesso Yamal, Messi aveva giocato solo sette partite nel calcio professionistico, senza segnare un gol e nemmeno fornire un assist. “Soltanto” sei mesi dopo, Messi avrebbe debuttato nella nazionale argentina in una amichevole contro l’Ungheria, venendo espulso in maniera piuttosto incredibile dopo pochi istanti dal suo ingresso in campo. Un anno e mezzo dopo avrebbe giocato il suo primo Mondiale in Germania nel 2006, ma stando spesso seduto in panchina.
E Yamal? Lo spagnolo ha già giocato più di 110 partite nel calcio professionistico, segnando una trentina di gol e più o meno lo stesso numero di assist. È titolare indiscusso della Spagna, con cui ha già vinto un Europeo, e punto fermo, per non dire… una grande stella, di un Barcellona fortissimo.
Stiamo parlando di un ragazzo che non ha ancora 18 anni (li compirà a luglio), che mercoledì contro l’Inter, squadra che aveva subìto soltanto un gol in otto partite di Champions League, ha letteralmente incantato. Gol, assist, traverse e giocate che non si vedevano da tempo nel calcio moderno, nonostante la gabbia che la squadra di Inzaghi gli aveva costruito attorno.
Cose mai viste da un minorenne! Mai!
E adesso? Yamal sembra destinato a diventare il più forte di sempre, almeno così dice finora la sua storia, ma il calcio, si sa, è imprevedibile.
Dalle sue interviste e dal suo atteggiamento, si percepiscono la sua determinazione, la sua ostinazione e la sua giovanile sfrontatezza. Un po’ come quei capelli, piuttosto impresentabili, che lui porta con fierezza e che si tocca dopo ogni azione. Naturale, come un giovane della sua età, come un fenomeno che forse non sa ancora di esserlo.
Godiamoci Lamine, perché il calcio è questo. Il resto è un’altra cosa.