COPPE EUROPEE
Quel maledetto giovedì sera
Pubblicato il 02.05.2025 14:14
di Silvano Pulga
Italia-Spagna non era solo Inter-Barcellona. La Fiorentina, infatti, inserita nella parte di tabellone della Conference League che comprendeva anche il FC Lugano, si è trovata infatti ad affrontare il Betis Siviglia, squadra spagnola non di prima fascia, rispondente allo spirito della manifestazione, che iscrive le squadre che arrivano dietro nei campionati più blasonati contro le migliori di quelli meno quotati dal punto di vista del livello tecnico. Va detto che, delle quattro semifinaliste, solo gli svedesi del Djurgården fanno parte di un campionato di fascia inferiore, a dimostrazione del fatto che le differenze sono ancora piuttosto ampie. Poi, certo, il Basilea di un paio di stagioni fa, contro i viola, giocò sicuramente una partita molto più vivace di quella della squadra di Stoccolma contro il Chelsea in questa edizione (sconfitta 1-4 in Svezia), a dimostrazione che il calcio svizzero di club, tutto sommato, può almeno provarci.
I toscani, a differenze dell'Inter, sono usciti battuti dal Benito Villamarín, gremito in ogni ordine di posti. Va detto che, come i nerazzurri, i viola potevano aver miglior fortuna, visto che sono andati vicinissimi al gol in diverse occasioni. Tuttavia, l'inerzia della gara ha premiato gli andalusi, superiori dal punto di vista fisico e atletico, in diverse fasi dell'incontro. Dopodiché, il ritorno a Firenze sarà pieno d'incognite per i biancoverdi, ai quali però potrebbe bastare il pareggio per raggiungere la finale, in programma il 28 maggio allo Stadion Wrocław di Breslavia, in Polonia, quasi sicuramente contro i londinesi del Chelsea, per i quali dovrebbe essere solo una formalità la sfida di ritorno contro gli Järnkaminerna. In molti si sono chiesti, negli anni, se ci fosse davvero bisogno di questa competizione, in Europa. Noi pensiamo di sì: lascia spazio a movimenti calcistici di livello più basso rispetto ai grandi tornei nazionali delle nazioni più evolute calcisticamente, consentendo a giocatori e staff di fare esperienze internazionali: l'esempio ce lo abbiamo in casa, del resto. Redistribuisce qualche soldo di diritti televisivi, è un palcoscenico per giocatori (e allenatori) giovani e di prospettiva che ambiscono a crescere con la speranza, un giorno, di esibirsi in realtà più importanti. Il rovescio della medaglia è il dover giocare il giovedì, e sovente in località mal servite dal punto di vista delle infrastrutture di trasporto: le trasferte diventano complesse, influendo in modo notevole sulle partite di campionato del successivo fine settimana.
La Svizzera, poi, ha il suo tocco di autolesionismo: vero che, in occasione delle partite di qualificazione in tarda estate, si è rinviata spesso la partita precedente a quella europea. Tuttavia, non sono previsti, come accade altrove, meccanismi di anticipo e posticipo nel corso della fase a gironi. Alla fine, rappresentare all'estero il nostro campionato diventa un peso non indifferente, dal momento che questo sistema penalizza spesso in Super League le squadre impegnate in Europa, soprattutto nei tornei di livello inferiore alla Champions League, che si gioca invece tradizionalmente di martedì o mercoledì (e, aggiungiamolo, in località più importanti e meglio servite a livello di aeroporti...), in date quindi compatibili con lo scendere in campo nel proprio torneo nazionale il sabato o la domenica. Al netto del fatto che le televisioni non accetterebbero mai di spostare Europa e Conference League nelle stesse giornate della Champions, dovrebbero essere i tornei nazionali a fare diverse considerazioni. In Svezia, per fare un esempio simile alla Svizzera, si gioca anche di lunedì sera. E a chi detiene i diritti televisivi dell'Allsvenskan la cosa va benissimo. In occasione del rinnovo dei contratti con le tv, insomma, se ne potrebbe discutere.     
(Foto Filippo Zanovello)