Mentre rinasce qualche speranza di avere almeno una linea offensiva targata NHL per la Svizzera (Fiala, Hischier, Meier) dopo le varie defezioni, l’accento sul primo turno dei playoff verso la Stanley Cup lo mettiamo sulla serie in parità (3-3) tra Dallas e Colorado, con i texani che avranno in casa gara-7. Tante le storie che s’intrecciano tra i due club, come l’approdo in corso di stagione di Mikko Rantanen dopo 9 stagioni dagli Avalanche a Carolina in cambio di Martin Nečas, prima del passaggio del finlandese a Dallas in cambio di Logan Stankoven ed una marea di future “picks” ai prossimi draft.
Rantanen non è il solo oggi ad aver fatto la storia di Colorado in maglia Stars, c’è anche il 34enne Matt Duchene, 8 stagioni nel Colorado, per colui che durante il lock out del 2012/13 vestì per 4 partite la maglia dell’Ambrì Piotta.
Le vere storie però che vogliamo narrare sono quelle di Gabriel Landeskog e Valeri Nichushkin, due giocatori di Colorado, dove è emersa tutta una serie infinita di solidarietà, amore, pazienza, da parte della franchigia di Denver.
Tutto ha praticamente avuto inizio nella cavalcata vincente per la terza Stanley conquistata nel 2022. Nichushkin (ex giocatore di Dallas) firma poco dopo aver alzato la coppa un contratto di 8 anni per 49 milioni di dollari. Ma durante i playoff del 2023 tocca il ghiaccio solo 2 volte, prima di un’oscura vicenda legata all’abuso di alcol con una ragazza in un hotel. Verso di lui non ci saranno mai cause civili, ma il male è profondo e il 15 gennaio 2024 il russo entra nel programma di Assistenza ai giocatori della NHL. Ritorna quindi all’hockey, segna nei playoff all’overtime contro Winnipeg in gara-4, ma nel turno successivo contro … Dallas (chi non se loro) viene nuovamente sospeso. Per 6 mesi, terzo grado per l’Assistenza. Una porta sull’Inferno. Nichushkin però ce l’ha fatta, l’8 marzo 2025 segna anche una tripletta contro Toronto, l’uomo di Chelyabinsk è stato aspettato, atteso, aiutato. Sperando che le ombre del passato non tornino più.
Gabriel Landeskog ha invece una storia più nota, ma straordinaria in tutta la sua bellezza. Il capitano di Colorado, colui che alzò la Stanley nel 2022, saltò 23 partite prima di tornare nei playoff da grande protagonista. Finita la stagione un normale intervento in artroscopia fu l’inizio di un calvario. 3 anni senza hockey, trapianto di cartilagine, 3 stagioni alla finestra fino a gara-3 di questi playoff contro Dallas. 1020 giorni dopo l’ultima partita il primo debutto nella AHL con gli Eagles, quindi appunto i Playoff della NHL. Con un gol in gara-4, 1041 giorni dopo l’ultimo. Con l'abbraccio di colui che era lì con lui sul ghiaccio: Nichushkin.
Due storie di resilienza, forza, rinascita, dove famiglie e società hanno saputo aspettare, non 3 settimane, 3 mesi, … Ma 3 anni, senza mai voltar la schiena a chi tanto aveva già dato alla causa della franchigia. Magari Colorado perderà gara-7, contro gli storici “nemici” di Dallas, ma ha sicuramente scritto due pagine di sport e unione, riconoscenza, sostegno e supporto, che nel mondo moderno si vedono sempre più raramente.