“Chi vince scrive la
storia, gli altri la vanno a leggere. Nessuno si ricorderà di noi se
arriviamo secondi, la storia va scritta vincendo”. Conte non si
smentisce, e decide di impartire la sua solita cinica lezione ai
limiti dell'antisportivo. Dopo essersi lamentato, dopo aver esaltato
la stagione del Napoli anche quando era secondo, ora rivela, ancora
una volta, la sua discutibile filosofia. Lo fa furbescamente, poiché
il titolo è quasi conquistato. E vuole che si riconoscano i meriti:
i suoi, il resto è contorno, sono meri dettagli. Antonio
Conte è un ottimo tecnico. È un costruttore. Migliora i suoi
giocatori. Entra nella testa dei suoi uomini. Vive di certezze. Si
muove come un condottiero. È un motivatore, è concentrato, mette
una grande professionalità sul suo lavoro. E tuttavia, nel passato,
la sua passione lo ha fatto diventare una preda dei suoi umori, che
diventano tormenti. Non avendo mezze misure si accende e si spegne.
Un metodo vincente che dura poco e non trova continuità. Ha un ego
smisurato, dopo di lui arriva il diluvio. Presidente e squadra devono
essere sottomessi al suo pensiero ordinatore, alla sua visione. È inutile ricordargli che il Napoli ha speso tanto sul mercato, e
che gli azzurri non giocano un gran calcio, sono una squadra
muscolare, e che mette in campo una notevole determinazione. Ma per conta
solo vincere e questo quello che rimarrà. Il nostro la lezione l'ha imparata molto bene dalla Vecchia Signora, sia come giocatore, che come tecnico
CALCIO ITALIANO

Per Conte... conta solo vincere