CHAMPIONS LEAGUE
Flick, è solo colpa tua!
Pubblicato il 07.05.2025 08:03
di L.S.
Il Barcellona è forte, anzi fortissimo, e ha il giocatore migliore al mondo, nonostante non abbia ancora 18 anni. È l’unica squadra, al momento, che diverte e per cui si paga volentieri il biglietto della partita (anche a prezzi esagerati). A meno che, ovviamente, non si sia tifosi dell’avversario.
Squadra giovane, vero, ma dotata di un talento pazzesco. Tutti ragazzi che sanno giocare a calcio, che dal del “tu” al pallone, che hanno nelle gambe tecnica e benzina. Il massimo per il calcio di oggi.
Se poi, come detto, le aggiungi un fenomeno come Yamal, immarcabile anche quando gli costruisci attorno delle gabbie, sembra davvero imbattibile.
E invece no, il Barcellona esce dalla Champions dopo aver preso sette reti. Al netto delle proteste arbitrali, che si possono assolutamente discutere, la sensazione è che questa squadra abbia letteralmente buttato via la finale e la vittoria.
La colpa? Semplicemente del suo allenatore, quel Flick che le ha dato un gioco spettacolare, per non dire ammaliante, ma che si è dimenticato che nel calcio hai di fronte un avversario che, ancorché più debole e meno attrezzato, ti studia e poi ti batte.
A dire la verità, contro questo Barcellona, non era poi così difficile preparare la partita. Tutti dietro e ripartenze, per cercare di saltare la difesa posizionata a centrocampo (!) dei catalani.
L’Inter ha cercato di difendersi, è vero, ma lo ha fatto decisamente male: sei gol subìti e alcuni miracoli di Sommer. Insomma, non proprio una difesa ermetica.
E il Barcellona? Tutti all’attacco, applicando il fuorigioco a metà campo, sempre saltato dalle palle lunghe e dalle triangolazioni a spazi aperti che l’Inter si trovava davanti. Un calcio che non si vedeva da anni. Un suicidio tattico che onestamente Flick non avrebbe bisogno di infliggersi per vincere le partite. Ma lui e il Barcellona sono questi. Sono stati vicini alla finale di Champions, e in Spagna, complice una stagione disastrosa del Real Madrid, forse vinceranno la Liga.
E allora avanti così, giocando sempre allo stesso modo, incuranti degli avversari. Ogni tanto raccogliendo lacrime di felicità e altre di tristezza. Con la sensazione che si potrebbe fare di più e meglio, se soltanto si pensasse unicamente a vincere.