CALCIO INTERNAZIONALE
Le coppe europee dicono tanto...
Pubblicato il 09.05.2025 07:28
di Silvano Pulga
Ieri sera le coppe europee hanno emesso l'ultimo verdetto: le finali rispettivamente di Europa League e Conference League vedranno a Bilbao il derby inglese Tottenham-Manchester Utd e a Wroclav, in Polonia, la sfida tra Betis e Chelsea. Inglesi e spagnoli, quindi, leader sinora indiscussi del calcio europeo (in una statistica limitata agli ultimi 15 anni, le squadre spagnole hanno disputato 17 finali, tutte vinte, contro le 14 degli inglesi, con 8 successi) si dovranno accontentare dei tornei di livello inferiore.
La finale di Champions raggiunta dall'Inter, i cui numeri stagionali la vedono favorita indiscussa per l'ultimo atto in programma a Monaco il 31 del mese, contro i parigini del PSG, ha ovviamente esaltato la stampa sportiva della vicina Penisola, che ricorda come le squadre di serie A abbiano raggiunto, nello stesso lasso di tempo, 10 volte la finale di un torneo europeo, con 3 vittorie (escludendo dal conto quella di quest'anno, ancora da disputare).
Il tutto, si dice, con l'handicap di giocare in stadi vecchi, e con fatturati che sono meno della metà di tanti club spagnoli e inglesi. La morale è che quello italiano sarebbe un movimento ancora tra i migliori al mondo, e che dovrebbe essere più rispettato.
Noi ci limitiamo a prendere atto come i primi a non farlo siano gli appassionati d'oltre confine: mancano infatti all'appello milioni di spettatori televisivi rispetto alle stagioni passate, nonostante i numeri drogati, quest'anno, da alcune partite di grande interesse trasmesse in chiaro le quali, in alcuni casi, hanno fatto numeri inferiori degli stessi incontri trasmessi solo a beneficio degli abbonati nelle annate precedenti. 
Sul resto, ci viene facile obiettare che, se escludiamo Spagna e Inghilterra, vale a dire i migliori campionati europei, chi avrebbe dovuto fare meglio (3 successi in 15 anni,  uno per competizione) della Serie A? L’Italia tutta ha fatto meglio del Bayern Monaco e del PSG, unici top club al di fuori di Spagna e Inghilterra, quindi. Basta per definire quello del Belpaese un grande movimento calcistico? 
Se poi guardiamo la nazionale, a fronte di una vittoria europea, ci sono state due mancate partecipazioni ai Mondiali, per mano della Svezia e della Macedonia del Nord, oltre all'eliminazione, da campioni in carica, nell'ultima edizione dei Campionati continentali, da parte della Nati, che già aveva preceduto gli Azzurri nel girone di qualificazione ai mondiali, costringendoli al rovinoso spareggio contro la nazionale balcanica di "Gianni" Alioski. In definitiva, due visioni molto differenti di una realtà oggettiva. Vedremo, quindi, cosa regalerà il futuro, prossimo e a medio termine, al calcio della vicina Penisola.