La sconfitta contro la Cechia brucia nella rivincita dell’ultima finale, persa, dalla Svizzera. Perché poteva soprattutto essere un passo già importante sia verso i quarti di finale, sia nell’evitare possibilmente quelle scomode posizioni che da ranking e blasone ti vedrebbero costrette ad affrontare già nei quarti Svezia o Canada.
Herning non porta bene dunque, stavolta, dopo il successo nel 2018 che promosse la Svizzera alla semifinale battendo la Finlandia. La pista è stata rinnovata ed è più “mondiale”, la Svizzera è pure rinnovata rispetto al passato. Non c’è Fiala? Ci pensano gli altri, segna Schmid. Non c’è Josi? Timbra il cartellino Marti. La sensazione è che con i 6 stranieri in campionato la nazionale ne approfitti, con giocatori stile Malgin o Andrighetto che hanno alzato ulteriormente il loro livello, e non è un caso che nella Cechia in tre giostrano da noi ed altri lo hanno fatto in passato. Senza contare l’assente di lusso, quel Kubalik che oggi ha firmato a Zugo e fu scoperto, avvicinato, da Paolo Duca nel mondiale a Parigi del 2017, quando già in partenza per le vacanze con in tasca il contratto per il Salavat Yulaef di Ufa fu richiamato dalla Cechia. Squadra, l'Ufa, con problemi in porta e ricca di finlandesi (oltre ad Omark), ed allora appena atterrato per fungere di picchetto dopo l’infortunio ad Holik (spalla), Duca si fiondò letteralmente al primo allenamento del “Kuba” per creare l’opzione B al Piano Ufa: l’Ambrì Piotta. E così andò.
Herning non porta bene dunque, stavolta, dopo il successo nel 2018 che promosse la Svizzera alla semifinale battendo la Finlandia. La pista è stata rinnovata ed è più “mondiale”, la Svizzera è pure rinnovata rispetto al passato. Non c’è Fiala? Ci pensano gli altri, segna Schmid. Non c’è Josi? Timbra il cartellino Marti. La sensazione è che con i 6 stranieri in campionato la nazionale ne approfitti, con giocatori stile Malgin o Andrighetto che hanno alzato ulteriormente il loro livello, e non è un caso che nella Cechia in tre giostrano da noi ed altri lo hanno fatto in passato. Senza contare l’assente di lusso, quel Kubalik che oggi ha firmato a Zugo e fu scoperto, avvicinato, da Paolo Duca nel mondiale a Parigi del 2017, quando già in partenza per le vacanze con in tasca il contratto per il Salavat Yulaef di Ufa fu richiamato dalla Cechia. Squadra, l'Ufa, con problemi in porta e ricca di finlandesi (oltre ad Omark), ed allora appena atterrato per fungere di picchetto dopo l’infortunio ad Holik (spalla), Duca si fiondò letteralmente al primo allenamento del “Kuba” per creare l’opzione B al Piano Ufa: l’Ambrì Piotta. E così andò.
La sfida con la Cechia è stata un’altalena di emozioni, dove i rossocrociati sono partiti fortissimo (2-0), hanno subito il ritorno della squadra di Cervenka che ha messo la freccia con un cambio chilometrico ed i 5 in maglia rossa sulle ginocchia. Ma non a terra, perché la Svizzera è tornata in vantaggio con un gol da urlo di Andrighetto (nella foto PostFinance/KEYSTONE/Marcel Bieri), prima del pari sinonimo di overtime di Sedlak. Supplementare a muso duro contro i campioni del mondo, fino al timbro quasi inevitabile di uno degli “ex”, il due volte MVP del nostro campionato Ramon Cervenka.
A Stoccolma, intanto, la Finlandia vince “solo” 2-1 con l’Austria (in gol con Wolf, ex Lugano ed ora al Kloten). Grande partita del portiere austriaco Atte Tolvanen, che ferma anche un contropiede del fratello Eeli Torvanen a 7 minuti dalla fine.
Come dire, la fase difensiva sarà fondamentale (Genoni non ha convinto al 100%), ma è un buon segnale che la Svizzera abbia trovato più reti e creato diversi “momentum” a suo fare.