FC LUGANO
Un presente difficile, un futuro da pianificare
Pubblicato il 11.05.2025 07:23
di L.S.
Il giorno dopo, Lugano-Basilea è una partita difficile da dimenticare. Ti è entrata nella pelle, ti ha lasciato un segno profondo. Non tanto per la sconfitta, che contro la prima della classe può starci, ma per il modo in cui si è verificata.
Cosa può essere successo in quel quarto d’ora più folle di tutta la stagione, addirittura degli ultimi anni in casa bianconera? Subire quattro reti in casa, con un uomo in più, è probabilmente un record mondiale.
Una simile débèacle può avere diverse spiegazioni: la prima è a livello tattico. L’espulsione di Ajeti ha cambiato la partita. Ma non a favore dei bianconeri, come si poteva pensare. Purtroppo, lo spostamento di Shaqiri qualche metro più avanti, fuori dalla zona di competenza di Papadopoulos, che lo aveva marcato bene nel primo tempo, è stato letale.
Hajdari, ormai in difficoltà da diverso tempo, ha fatto una figura barbina in occasione del 2-1. Il primo dei tre gol dell’ex Chicago Fire, che ha potuto esultare sotto la sua curva e davanti a Georg Heitz, presente in tribuna, e che forse si sarà ricordato delle tante prestazioni sottotono che Shaqiri aveva invece offerto nella MLS, è stato un chiaro segnale: la partita era cambiata.
Shaqiri, qualche metro più avanti, ha mandato in bambola la difesa del Lugano, che non ci ha capito più nulla. I conseguenti errori di Zanotti e compagni, sono eloquenti di scarsa personalità, per non dire soggezione, davanti al miglior giocatore della Super League.
E qui arriva l’aspetto mentale: questi giocatori, al di là di un discreto valore tecnico, purtroppo, sembrano aver smarrito quella sicurezza che avevano ostentato in passato. Invece di crescere sia singolarmente che come squadra, il Lugano del 2025 è imploso.
Il motivo? L’incertezza sul futuro di qualche elemento, le sconfitte pesanti e inattese in Coppa svizzera e Conference, e le aspettative troppo alte (si è sempre parlato di titolo) su gruppo che ovviamente non era pronto per questo tipo di traguardo.
Anche la società si è trovata un po' spiazzata. Non ci sono state dichiarazioni forti che potessero aiutare la squadra a scuotersi e a uscire da un momento delicato che calcio, però, può capitare.
Ora bisogna chiudere la stagione nel modo più dignitoso e poi, coppe o non coppe, disegnare un Lugano credibile e forte per il prossimo anno. Quello che conterà davvero. Perché sarà fondamentale entrare nel nuovo stadio con una qualificazione europea in tasca e qualche certezza in più.