La
Federcalcio brasiliana non ha dubbi. La migliore Nazionale della
storia del calcio deve essere diretta dal tecnico più vittorioso al mondo.
L'obiettivo è chiaro: ritornare ai fasti antichi, a essere un punto
di riferimento per il football. Le ambizioni sono declamate e vanno
nella direzione di ricercare una grandezza perduta, smarrita,
evaporata. Il Brasile è in crisi di risultati, di gioco, di
credibilità. La patria del pallone arranca, è debilitata, tutto
sembra precipitare. La Federazione si trova alle prese con problemi
giudiziari, il Presidente rischia la destituzione. Ma sono questioni
di tribunali. Quello che preoccupa i tifosi è il campo. I risultati
della verdeoro sono preoccupanti. La missione di Carlo Ancelotti
non è impossibile, ma sicuramente molto complicata. Il sogno è
quello di conquistare la Coppa del Mondo. L'obiettivo realistico è
quello di recuperare un livello degno del passato. L'italiano
è uno dei più grandi in circolazione. Rispetto ai suoi connazionali
è flemmatico e impassibile, non si scompone, non gesticola e sembra
non dia mai segni di nervosismo. È un normale capace di diventare
unico. Le sue rivoluzioni sono silenziose e sottovalutate. La sua
forza è la versatilità, non si adatta ai tempi, li studia, li
analizza e li smonta. Non è né un conservatore né un innovatore.
La sua impronta tattica è chiara: il modulo è secondario, non è un
integralista, ma adotta un sistema modellato sulle caratteristiche
dei giocatori. È un freddo: il caso non lo destabilizza, lo
neutralizza e poi procede spedito. Il trucco non è complicato: le
partite vanno indirizzate, seguendo lo spirito che aleggia su di
esse, ma si deve essere capaci di sentire. Il resto si vedrà.
CALCIO INTERNAZIONALE

Scelto l'allenatore perfetto