Il Giro d'Italia è
cominciato da qualche giorno. Ma l'attenzione degli appassionati è
declinata al ribasso. La corsa rosa arranca, sembra pedalare stanca.
La Penisola ha ben altre passioni sportive, la sua attenzione corre
altrove. L'Inter è in finale di Champions, il campionato è in
bilico, tutto può ancora succedere. E poi a Roma è tornato a
impugnare la racchetta il nuovo eroe nazionale: Jannik Sinner. Il
tennista non ha rivali, la sua popolarità è straripante. L'esegesi
del campione occupa i media. E il Giro soffre, mantiene intatta la
sua dignità, ma l'entusiasmo è contenuto. Il confronto con il Tour
è impietoso, il paragone non è proponibile in termini di interesse.
Purtroppo. E si arriva al reale problema: in gara non c'è Pogacar.
Lo sloveno sta preparando la corsa a tappe francese, dopo le fatiche
delle grandi classiche. Non avrebbe avuto rivali, ma avrebbe
suscitato il giusto clamore. La trasferta albanese è alle spalle, si
riprende dalla Puglia. Caro Giro questi sono i tempi, ma non
demordere, arriveranno le montagne e i tifosi ci saranno sulla
strada ad aspettarti, a vederti, a incitarti. Ci sono certe tradizioni che sono imperiture, sono capaci di
proporre un rito in grado di rinnovarsi.
CICLISMO

La pedalata stanca del Giro