Il Milan arriva alla
finale di Coppa Italia da favorito. Intende alzare al cielo, quello
della Capitale, il secondo trofeo dell'anno. Una vittoria che
potrebbe dare un senso alla stagione in corso. Conceicao crede nelle
potenzialità della sua squadra, intende imporsi ed è alla ricerca
della conferma: vuole rimanere sulla panchina dei rossoneri. Le sue
parole sono nette, riguardano la missione che ha una società come
quella milanese: ottenere risultati. I rossoneri paiono guariti dalla
malattia del disordine tattico e tecnico, sembra che abbiano trovato
una parvenza di continuità. Il portoghese, tra la promessa o la
minaccia, ha dichiarato che parlerà chiaro dopo la partita, senza
compromessi o frasi di circostanza. Ma il milanismo freme. Boban è
tornato a criticare pesantemente la società. Sostiene che Paolo
Scaroni (il Presidente) “è una persona che c'entra nulla nel
calcio”; aggiunge che tra Inter e Milan non ci siano differenze
tecniche, che esistono “sul piano di creare una squadra che
funzioni bene, l'Inter ha un'identità, sa sempre cosa fare”;
si sofferma, infine, sulla defenestrazione di Maldini: “Una
pagina vergognosa. Fatta in maniera vergognosa. Indecente,
inaccettabile e potrei dire altre mille cose”.
Intanto i tifosi sono in perenne contestazione, sono contro la
proprietà americana, invitata ad andarsene. Come sono lontani i
tempi di Berlusconi, quando tutti filavano d'amore e d'accordo.
CALCIO ITALIANO

Conceicao, una vittoria che vale la riconferma