CALCIO ITALIANO
Perché Cesc Fàbregas rimane al Como
Pubblicato il 14.05.2025 06:48
di Silvano Pulga
La stampa sportiva italiana, in queste ultime ore, ha rilanciato la notizia secondo la quale Cesc Fàbregas avrebbe confermato, ai vertici del Como, di voler rimanere in riva al Lario anche nella prossima stagione. Il presidente Suwarso ha voluto tranquillizzare i tifosi, anche con un'intervista al quotidiano locale La Provincia di Como. Chi ci legge sa che non abbiamo mai avuto dubbi in merito, al netto del fatto che il catalano ha un contratto valido per 4 anni, e una partecipazione all'interno del club. Dopodiché, il personaggio è ambizioso, e non lo ha mai nascosto; ha anche l'intelligenza per sapere che la realtà lariana non potrà mai competere con quelle di prima fascia del calcio europeo. Tuttavia, la sensazione è che gli Hartono, i proprietari indonesiani del club, abbiano l'intenzione di non fermarsi qua. E, del resto, a neppure 50 chilometri dalle rive del Lario, la realtà di Bergamo e dell'Atalanta sono un esempio di come si possa raggiungere traguardi prestigiosissimi, anche a livello europeo, nonostante un bacino d'utenza limitato e la vicinanza a una città come Milano, che vanta una tradizione calcistica di primordine a livello mondiale, con tutto quello che ne consegue. Cesc Fàbregas, quindi, come avevamo previsto da mesi, sembrerebbe aver fatto la scelta dei passi adeguati. Ha appena iniziato a fare l'allenatore, occupando una panchina in un campionato importante, dove può misurarsi con squadre di un certo spessore. Ha alle spalle una proprietà ricca, che non ha problemi a portargli giovani promettenti, che lo spagnolo poi affianca a elementi più esperti. C'è il progetto di un nuovo centro sportivo all'avanguardia, perché non si costruisce nulla di valido dal punto di vista sportivo senza una struttura adeguata, a livello di uomini e non solo. Si parla con insistenza di un nuovo stadio (e anche qua il paragone con Bergamo nasce spontaneo), ma già ora la società ha messo in piedi iniziative interessanti come l'aperitivo in villa prima della partita, con un buffet ispirato alla cucina della zona di provenienza della squadra ospite, e operazioni simpatia tipo il drink offerto dal club nei locali dove viene trasmessa la partita in caso di vittoria degli azzurri: piccole cose, forse, ma che non trovano uguali in realtà delle stesse dimensioni. Va detto, inoltre, che la società ha una capacità comunicativa formidabile: qualcuno ipotizza addirittura che il battage sul vado/resto sia proprio un'idea di Cesc e della presidenza, per invogliare qualche giocatore di nome a venire al Sinigaglia ("Se Fàbregas rimane e rinuncia al Milan, a Leverkusen eccetera, vuol dire che c'è un progetto valido"). Fantasioso, magari: ma dà l'idea del livello. Poi la rivista BLU distribuita allo stadio, tutt'altro che una fanzine a uso esclusivo dei tifosi, ma una presentazione di luoghi turisticamente interessanti posti nelle vicinanze, scritta in italiano e in inglese e dove, spesso, i pezzi vengono redatti originariamente nella lingua straniera e tradotti, a voler proprio rimarcare la visione internazionale di un club alla quale sta stretta la dimensione locale. E la cui dirigenza ha compreso che l'esperienza Como calcio può essere venduta all'interno di quella, ormai celebre in tutto il mondo, del #lakeofcomo. Al netto di questi discorsi, che esulano dall'aspetto sportivo, ci appare oggettivo di come il Como sia qualcosa di profondamente differente da realtà vicine in classifica come potrebbero essere Udinese, Verona, Lecce eccetera. Cesc Fàbregas, quindi, sta facendo un investimento sul proprio futuro, proprio come la proprietà indonesiana. Del resto, è giovane, sa di avere ancora molto da imparare, e la realtà lariana è di quelle che, a lui, mettono poca pressione. Poi, in un futuro a medio termine, se dovesse riuscire a portare gli azzurri in Europa, sedendosi per primo sulla panchina del nuovo stadio, inaugurando il nuovo modernissimo centro sportivo, a quel punto avrà fatto l'esperienza necessaria per spiccare il volo, e avrà lasciato quell'eredità a lungo termine al club e alla città della quale parlava sabato pomeriggio in sala stampa. Prima, sarebbe un azzardo, almeno secondo noi. Eh, dirà qualcuno, ma il gusto della sfida, dove lo mettiamo? E noi rispondiamo: qualcuno pensa seriamente che portare il Como tra le prime 7 della Serie A non sia un obiettivo sfidante? Ce lo immaginiamo, nel giro di pochi anni, un Como-Lugano in Conference League, con entrambe le squadre nei rispettivi nuovi stadi?