La stampa sportiva italiana, in queste ultime ore, ha rilanciato la
notizia secondo la quale Cesc Fàbregas avrebbe confermato, ai
vertici del Como, di voler rimanere in riva al Lario anche nella
prossima stagione. Il presidente Suwarso ha voluto tranquillizzare i
tifosi, anche con un'intervista al quotidiano locale La
Provincia di Como. Chi ci legge sa che non abbiamo mai avuto
dubbi in merito, al netto del fatto che il catalano ha un contratto
valido per 4 anni, e una partecipazione all'interno del club.
Dopodiché, il personaggio è ambizioso, e non lo ha mai nascosto; ha
anche l'intelligenza per sapere che la realtà lariana non potrà mai
competere con quelle di prima fascia del calcio europeo. Tuttavia, la
sensazione è che gli Hartono, i proprietari indonesiani del club,
abbiano l'intenzione di non fermarsi qua. E, del resto, a neppure 50
chilometri dalle rive del Lario, la realtà di Bergamo e
dell'Atalanta sono un esempio di come si possa raggiungere traguardi
prestigiosissimi, anche a livello europeo, nonostante un bacino
d'utenza limitato e la vicinanza a una città come Milano, che vanta
una tradizione calcistica di primordine a livello mondiale, con tutto
quello che ne consegue. Cesc Fàbregas, quindi, come avevamo previsto
da mesi, sembrerebbe aver fatto la scelta dei passi adeguati. Ha
appena iniziato a fare l'allenatore, occupando una panchina in un
campionato importante, dove può misurarsi con squadre di un certo
spessore. Ha alle spalle una proprietà ricca, che non ha problemi a
portargli giovani promettenti, che lo spagnolo poi affianca a
elementi più esperti. C'è il progetto di un nuovo centro sportivo
all'avanguardia, perché non si costruisce nulla di valido dal punto
di vista sportivo senza una struttura adeguata, a livello di uomini e
non solo. Si parla con insistenza di un nuovo stadio (e anche qua il
paragone con Bergamo nasce spontaneo), ma già ora la società ha
messo in piedi iniziative interessanti come l'aperitivo in villa
prima della partita, con un buffet ispirato alla cucina della zona di
provenienza della squadra ospite, e operazioni simpatia tipo il drink
offerto dal club nei locali dove viene trasmessa la partita in caso
di vittoria degli azzurri: piccole cose, forse, ma che non
trovano uguali in realtà delle stesse dimensioni. Va detto, inoltre,
che la società ha una capacità comunicativa formidabile: qualcuno
ipotizza addirittura che il battage sul vado/resto sia proprio
un'idea di Cesc e della presidenza, per invogliare qualche giocatore
di nome a venire al Sinigaglia ("Se Fàbregas rimane e rinuncia
al Milan, a Leverkusen eccetera, vuol dire che c'è un progetto
valido"). Fantasioso, magari: ma dà l'idea del livello. Poi la
rivista BLU distribuita allo stadio, tutt'altro che una fanzine a uso
esclusivo dei tifosi, ma una presentazione di luoghi turisticamente
interessanti posti nelle vicinanze, scritta in italiano e in inglese
e dove, spesso, i pezzi vengono redatti originariamente nella lingua
straniera e tradotti, a voler proprio rimarcare la visione
internazionale di un club alla quale sta stretta la dimensione
locale. E la cui dirigenza ha compreso che l'esperienza Como calcio
può essere venduta all'interno di quella, ormai celebre in tutto il
mondo, del #lakeofcomo. Al netto di questi discorsi, che esulano
dall'aspetto sportivo, ci appare oggettivo di come il Como sia
qualcosa di profondamente differente da realtà vicine in classifica
come potrebbero essere Udinese, Verona, Lecce eccetera. Cesc
Fàbregas, quindi, sta facendo un investimento sul proprio futuro,
proprio come la proprietà indonesiana. Del resto, è giovane, sa di
avere ancora molto da imparare, e la realtà lariana è di quelle
che, a lui, mettono poca pressione. Poi, in un futuro a medio
termine, se dovesse riuscire a portare gli azzurri in Europa,
sedendosi per primo sulla panchina del nuovo stadio, inaugurando il
nuovo modernissimo centro sportivo, a quel punto avrà fatto
l'esperienza necessaria per spiccare il volo, e avrà lasciato
quell'eredità a lungo termine al club e alla città della quale
parlava sabato pomeriggio in sala stampa. Prima, sarebbe un azzardo,
almeno secondo noi. Eh, dirà qualcuno, ma il gusto della sfida, dove
lo mettiamo? E noi rispondiamo: qualcuno pensa seriamente che portare
il Como tra le prime 7 della Serie A non sia un obiettivo sfidante?
Ce lo immaginiamo, nel giro di pochi anni, un Como-Lugano in
Conference League, con entrambe le squadre nei rispettivi nuovi
stadi?
CALCIO ITALIANO

Perché Cesc Fàbregas rimane al Como