Tre partite alla fine (Servette e Losanna in trasferta, YB
in casa), tre piccole finali, per un obiettivo chiamato Europa.
Il titolo, che era nei pensieri fino a Natale, è stato assegnato al Basilea, che proprio sabato scorso a Cornaredo, ha inferto un duro colpo al Lugano.
Ora però, a partire dalla sfida di domani sera a Ginevra, bisogna rialzare la testa: Croci-Torti, in conferenza stampa, ha detto di avere ancora la squadra in mano, di poter tirare fuori il massimo dai suoi giocatori. Anche se, ovviamente, il momento non è dei più facili.
Si sente la stanchezza di una stagione lunga e logorante, di obiettivi che man mano sono sfuggiti e che probabilmente hanno inciso sul morale dei giocatori.
Chissà invece, come avrà inciso il secondo tempo di sabato, con la clamorosa tripletta di Shaqiri. Lo capiremo domani sera.
Sabato, a fine partita, il Crus si era assunto le responsabilità della sconfitta, scusandosi addirittura con la squadra. Non tanto per aver cambiato modulo, cosa assolutamente collaudata durante questa stagione, ma per “aver tolto certezze e tranquillità ai giocatori quando avevamo la palla”.
Parole che possono suonare strane, anche perché il problema più grosso è stato palesemente difensivo, con degli errori pacchiani che sono costati carissimo.
Ma il tecnico del Lugano chiarisce: “Volevo vincere la partita e ho fatto una cosa che sono sicuro, siamo in grado di fare. Ma in quel momento ho destabilizzato la squadra, l’ho tolta da quella zona di comfort in cui si trovava bene: già prima del gol, infatti, avevamo perso malamente tre palloni”.
Ecco perché il Crus, che si è sempre assunto in prima persona le proprie responsabilità, si è scusato con la squadra. Nessun atto di debolezza, nessun alibi alla squadra, soltanto un gesto di genuina onestà di chi è cosciente che questa squadra ha più bisogno della carota che del bastone. Almeno in questo momento.
Anche perché l’impressione è che questo Lugano sia in evidente difetto di fiducia e che al massimo, possa disputare partite come quella di Lucerna: difesa attenta e contropiede. Che in fondo, di questi tempi, se fatto bene, non è roba da poco.
Il titolo, che era nei pensieri fino a Natale, è stato assegnato al Basilea, che proprio sabato scorso a Cornaredo, ha inferto un duro colpo al Lugano.
Ora però, a partire dalla sfida di domani sera a Ginevra, bisogna rialzare la testa: Croci-Torti, in conferenza stampa, ha detto di avere ancora la squadra in mano, di poter tirare fuori il massimo dai suoi giocatori. Anche se, ovviamente, il momento non è dei più facili.
Si sente la stanchezza di una stagione lunga e logorante, di obiettivi che man mano sono sfuggiti e che probabilmente hanno inciso sul morale dei giocatori.
Chissà invece, come avrà inciso il secondo tempo di sabato, con la clamorosa tripletta di Shaqiri. Lo capiremo domani sera.
Sabato, a fine partita, il Crus si era assunto le responsabilità della sconfitta, scusandosi addirittura con la squadra. Non tanto per aver cambiato modulo, cosa assolutamente collaudata durante questa stagione, ma per “aver tolto certezze e tranquillità ai giocatori quando avevamo la palla”.
Parole che possono suonare strane, anche perché il problema più grosso è stato palesemente difensivo, con degli errori pacchiani che sono costati carissimo.
Ma il tecnico del Lugano chiarisce: “Volevo vincere la partita e ho fatto una cosa che sono sicuro, siamo in grado di fare. Ma in quel momento ho destabilizzato la squadra, l’ho tolta da quella zona di comfort in cui si trovava bene: già prima del gol, infatti, avevamo perso malamente tre palloni”.
Ecco perché il Crus, che si è sempre assunto in prima persona le proprie responsabilità, si è scusato con la squadra. Nessun atto di debolezza, nessun alibi alla squadra, soltanto un gesto di genuina onestà di chi è cosciente che questa squadra ha più bisogno della carota che del bastone. Almeno in questo momento.
Anche perché l’impressione è che questo Lugano sia in evidente difetto di fiducia e che al massimo, possa disputare partite come quella di Lucerna: difesa attenta e contropiede. Che in fondo, di questi tempi, se fatto bene, non è roba da poco.