L‘Aarau
non vince più una partita dalla 25.esima di campionato. Era il 7
marzo quando ebbe la meglio sullo Xamax al Brügglifeld (2-0), che in
aprile alla Maladière aveva agguantato il pareggio nei minuti di
recupero. I ragazzi di mister Iacopetta a dire il vero si sono
lasciati sorprendere più volte al di là dei tempi regolamentari. È
successo, tanto per citare qualche partita, alla FCS Arena (1-2,
pareggio degli sciaffusani al 94‘), e al Brügglifeld contro il
Vaduz (2-2, la compagine del Liechtenstein era andata a rete quattro
minuti dopo il novantesimo). Ci sono stati anche diversi
capovolgimenti di risultati. Partiamo dall‘ultima gara casalinga
disputata davanti a quasi 7000 spettatori (!). In vantaggio di due
gol alla mezz'ora gli argoviesi ne hanno incassati due in un minuto
sul finire del primo tempo e altrettanti, nello spazio di due minuti,
alla ripresa del gioco.
Con i sangallesi, che sul loro campo avevano chiuso 2-2, salvando un punto al 96.esimo, non c’è stato verso di vincerne una. Si è però anche verificato un 1-1 ottenuto al 91’ in favore, come pure un 2-2 in rimonta, dopo essere stati in ritardo di due reti.
Aldilà di questi dati, che non vanno sottovalutati per una squadra in corsa per la promozione (spareggio con la penultima di SL), è normale chiedersi cosa stia succedendo. Una compagine ambiziosa, alla ricerca del tempo perduto (visto che ha dalla sua l’apporto di un pubblico numeroso e straordinario che funge da dodicesimo uomo in campo) che meriterebbe di giocare in Super League (da dove manca da ormai 10 anni): questo è l’Aarau di Iacopetta. Emblematico a questo punto ricordare quanto accadde 6 anni fa quando gli uomini allora allenati da Patrick Rahmen, usciti vincitori 4-0 a Neuchâtel, furono rimontati al Brügglifeld e finirono con lasciarci le penne ai calci di rigore.
Brunello, c’è una spiegazione a questo stand by (7 pareggi di cui 4 scaturiti nei recuperi)?
“Subire reti in quella frazione di tempo è qualcosa di incredibile”.
È una questione di testa?
“Ogni partita ha un po’ la sua storia. Facciamo delle cose molto buone, ma raccogliamo poco. Ad esempio abbiamo fatto gara pari col Thun, prima del loro raddoppio (risultato finale 2 a 1) avevamo colpito la traversa e c‘è stato anche un salvataggio sulla linea di porta… Per finire abbiamo creato più occasioni di loro. Non stiamo però qui a piangerci addosso, il calcio è così. Col Wil conducevamo 2-0, non so cosa sia capitato, di sicuro abbiamo perso un po’ la testa (ne è venuto fuori un 2 a 4, ndr)”.
Difficile anche per lei trovare una spiegazione?
“Eh sì, è inutile chiedersi se è per questo o per quello. L’importante è imparare e continuare a credere nei propri mezzi”.
I mezzi ci sono:
“Sì, però non bisogna dimenticare che è il primo anno che siamo insieme, la squadra è cresciuta parecchio con il nuovo staff. Poi è logico che si vuole sempre di più quando si è ambiziosi”.
Mai dire mai…
“Vero, il Thun ci ha messo tre anni per salire”.
La paura sta forse facendo 90?
“No no, paura no. Se mai esiste un po’ di tensione in una squadra che punta in alto. Succede anche a chi lotta per non retrocedere (porta l’esempio di GC e Yverdon). È normale che ci sia qualche traccia di preoccupazione anche da noi”.
Venerdì (domani) andate a Carouge. È arrivato il momento di tornare alla vittoria!
“Direi proprio di sì. Rimangono solo due partite da giocare (l’ultima al Brügglifeld contro lo Stade Nyonnais). L‘Etoile (a meno 3) ha fatto molto bene all‘andata, nel ritorno ha invece avuto qualche difficoltà. Sicuramente se la giocheranno anche i ginevrini (gli ‚stellati‘ di Adrian Ursea chiuderanno la stagione alla Stockhorn Arena di Thun, ndr). Se non vinciamo, dovremo aspettare il 23 maggio (sospira…). Speriamo di no, daremo l’anima!”.
Brunello Iacopetta non lo dice ma l‘Etoile quest‘anno ha già dato un grosso dispiacere al FCA eliminandolo dalla Coppa negli ottavi di finale. Come andrà alla Fontenette?
Con i sangallesi, che sul loro campo avevano chiuso 2-2, salvando un punto al 96.esimo, non c’è stato verso di vincerne una. Si è però anche verificato un 1-1 ottenuto al 91’ in favore, come pure un 2-2 in rimonta, dopo essere stati in ritardo di due reti.
Aldilà di questi dati, che non vanno sottovalutati per una squadra in corsa per la promozione (spareggio con la penultima di SL), è normale chiedersi cosa stia succedendo. Una compagine ambiziosa, alla ricerca del tempo perduto (visto che ha dalla sua l’apporto di un pubblico numeroso e straordinario che funge da dodicesimo uomo in campo) che meriterebbe di giocare in Super League (da dove manca da ormai 10 anni): questo è l’Aarau di Iacopetta. Emblematico a questo punto ricordare quanto accadde 6 anni fa quando gli uomini allora allenati da Patrick Rahmen, usciti vincitori 4-0 a Neuchâtel, furono rimontati al Brügglifeld e finirono con lasciarci le penne ai calci di rigore.
Brunello, c’è una spiegazione a questo stand by (7 pareggi di cui 4 scaturiti nei recuperi)?
“Subire reti in quella frazione di tempo è qualcosa di incredibile”.
È una questione di testa?
“Ogni partita ha un po’ la sua storia. Facciamo delle cose molto buone, ma raccogliamo poco. Ad esempio abbiamo fatto gara pari col Thun, prima del loro raddoppio (risultato finale 2 a 1) avevamo colpito la traversa e c‘è stato anche un salvataggio sulla linea di porta… Per finire abbiamo creato più occasioni di loro. Non stiamo però qui a piangerci addosso, il calcio è così. Col Wil conducevamo 2-0, non so cosa sia capitato, di sicuro abbiamo perso un po’ la testa (ne è venuto fuori un 2 a 4, ndr)”.
Difficile anche per lei trovare una spiegazione?
“Eh sì, è inutile chiedersi se è per questo o per quello. L’importante è imparare e continuare a credere nei propri mezzi”.
I mezzi ci sono:
“Sì, però non bisogna dimenticare che è il primo anno che siamo insieme, la squadra è cresciuta parecchio con il nuovo staff. Poi è logico che si vuole sempre di più quando si è ambiziosi”.
Mai dire mai…
“Vero, il Thun ci ha messo tre anni per salire”.
La paura sta forse facendo 90?
“No no, paura no. Se mai esiste un po’ di tensione in una squadra che punta in alto. Succede anche a chi lotta per non retrocedere (porta l’esempio di GC e Yverdon). È normale che ci sia qualche traccia di preoccupazione anche da noi”.
Venerdì (domani) andate a Carouge. È arrivato il momento di tornare alla vittoria!
“Direi proprio di sì. Rimangono solo due partite da giocare (l’ultima al Brügglifeld contro lo Stade Nyonnais). L‘Etoile (a meno 3) ha fatto molto bene all‘andata, nel ritorno ha invece avuto qualche difficoltà. Sicuramente se la giocheranno anche i ginevrini (gli ‚stellati‘ di Adrian Ursea chiuderanno la stagione alla Stockhorn Arena di Thun, ndr). Se non vinciamo, dovremo aspettare il 23 maggio (sospira…). Speriamo di no, daremo l’anima!”.
Brunello Iacopetta non lo dice ma l‘Etoile quest‘anno ha già dato un grosso dispiacere al FCA eliminandolo dalla Coppa negli ottavi di finale. Come andrà alla Fontenette?
(Foto ENLA)