CALCIO SVIZZERO
Super League, una formula che non piace
Pubblicato il 16.05.2025 06:27
di Silvano Pulga
Premessa necessaria: mancano ancora due giornate alla fine della Super League, quindi le classifiche non sono ancora definitive. Tuttavia, gli appassionati se ne sono già accorti: lo Zurigo, inserito nel girone per la relegazione, ha già ottenuto più punti (53) di alcune squadre che disputano invece quello per il titolo (Lucerna e Lugano ne hanno 52, il Losanna 51). Ovviamente è un dato provvisorio, come già scritto sopra; tuttavia, è emblematico rispetto alle perplessità che la nuova formula sta destando a parecchi appassionati e addetti ai lavori. Non solo: il Lugano, per esempio, domenica andrà a giocare per la terza volta sul campo (sintetico, tra l'altro) del Losanna, con in gioco punti importantissimi. Inoltre, le 33 partite della stagione regolare costringono alcune compagini a giocare più partite in casa che in trasferta (e viceversa, ovviamente): la formula che divide in due la classifica non sempre garantisce la possibilità di riequilibrio nelle 5 partite finali del torneo. E l'equità sportiva? Si prega di ripassare più avanti. Se è vero che l'ampliamento a dodici squadre in Super League è stata un'ottima cosa, fotografando in modo più oggettivo il nostro movimento calcistico di punta, lo è anche che la formula del torneo, come già scritto, piace poco. Basta fare una ricerca sui social, anche frequentando le pagine dedicate ad alcune compagini di oltre Gottardo. Poi, è vero: quest'anno i punteggi in classifica, alla fine della stagione regolare, erano vicini, e i tigurini stanno affrontando avversari più deboli di romandi, ticinesi e confederati. Però la situazione appare un po' paradossale. E la soluzione danese (che sosteniamo da tempo), con lo spareggio tra la prima del girone di relegazione e chi occupa l'ultimo posto disponibile per l'Europa in quello per il titolo potrebbe essere corretta, anche per motivare squadre rimaste fuori dalle prime sei ma virtualmente salve, come sta accadendo in questa stagione. Quando ne abbiamo parlato con chi si trova ai vertici del nostro calcio di club, ci è stato detto che il problema era legato ai diritti televisivi, firmati prima del passaggio alla nuova formula: le televisioni avevano pagato per 38 giornate, e non avrebbero mai accettato formule che ne prevedessero di meno. A questo punto, la speranza è che, quando scadranno i contratti per la trasmissione delle partite di campionato, ci si possa sedere a un tavolo per ridiscuterne la formula. Noi restiamo appunto sostenitori del sistema danese, decisamente più equo, con gironcini per il titolo e per la relegazione che prevedono partite d'andata e ritorno: alla fine si giocano le stesse gare in casa e trasferta, e il playoff del quale scrivevamo sopra crea tensione sportiva sino alla fine, un po' come quello promozione/relegazione. Affaire à suivre, insomma.