CICLISMO
Giro e polemiche, parla l'ex campione Giuseppe Saronni
Pubblicato il 16.05.2025 05:00
di Silvano Pulga
La neutralizzazione della tappa di ieri del Giro, ovviamente, non poteva passare sotto silenzio. La maxi caduta (una trentina i coinvolti), infatti, con tanti feriti e il conseguente ritiro di ben cinque corridori (alcuni dei quali fratturati) ha riaperto la discussione sulla sicurezza nel gruppo. A fine gara, Mauro Vegni, direttore di corsa, ha giustificato la decisione, presa in maniera tempestiva, ai microfoni della RAI: “Ai corridori abbiamo solo riferito che avremmo ridato una partenza nuova con il distacco acquisito dai corridori in precedenza, scelta accettata da tutti senza discussioni. L'asfalto era bello ma, nelle località di mare, con la pioggia, diventa scivolosissimo. Abbiamo pensato al prosieguo della corsa, scegliendo la neutralizzazione."  
Tutto a posto, dunque? Il portale Quibicisport ha riferito le parole dell'ex corridore Giuseppe Saronni, apparse su un'altra testata online,molto critico su questa decisione. Secondo il lombardo ci sarebbe infatti troppa prudenza in questa scelta. "Neutralizzazione molto discutibile. Chissà come mai queste cose avvengono solo al Giro d' Italia" ha chiosato il campione del mondo di Goodwood 82Poi, l'affondo: "Cari corridori, bisogna saper stare in sella. Non bastano le radio e i computer: si corre con la testa. Bisogna capire quando è il momento di rallentare, di non rischiare. Se si cade e ci si fa male bisogna sapersi gestire con intelligenza. In gruppo bisogna parlarsi, affrontando e concordando su come comportarsi di fronte a determinate situazioni. Quando gareggiavamo noi, la neutralizzazione non esisteva; oggi, invece, al Giro tutti gli anni si deve neutralizzare almeno una tappa. I problemi sono tanti, l'organizzazione deve mediare, ma i corridori devono capire che in certi casi la colpa non è del percorso, ma di come loro si gestiscono: qualcuno dovrebbe interrogarsi sulle proprie responsabilità."
Infine, la dura chiusura: "Diventa troppo facile per gli atleti minacciare quando qualcosa non piace: il ciclismo comporta dei rischi, che vanno affrontati con responsabilità e intelligenza."
Parole forti, pronunciate da un grande protagonista di questo sport nel secolo scorso. I sostenitori del "Grande ciclismo del passato" le hanno salutate con gioia. Noi, invece, stiamo dalla parte di chi tutela i corridori: siamo anche appassionati di motori, e non abbiamo certo nostalgia di quando i piloti, in moto o in macchina, morivano a decine. Vero che le insidie del maltempo sono ben conosciute e affrontate da chi corre in bicicletta (lo abbiamo fatto anche noi, in una gioventù purtroppo lontana); tuttavia, l'incolumità di chi gareggia va preservata. Per chi ama il ciclismo d'altri tempi, in fondo, ci sono i filmati su YouTube e su RSI play.