Non c'è interismo senza i
Moratti, prima il padre e poi il figlio. Massimo Moratti ha da poco
compiuto 80 anni. E il suo compleanno non è stato festeggiato solo
dalla famiglia, la sorpresa lo ha colto: ed eccolo circondato dai
'suoi giocatori'. Oltre 100 calciatori invitati: da Ronaldo a Vieri;
da Zanetti a Cambiasso; da Stankovic a Samuel. E anche Andrea Pirlo
uno dei più grandi rimpianti. Non poteva mancare il suo pupillo:
Alvaro Recoba. Mourinho gli ha mandato un messaggio e uno scatto
fotografico: immortalava il 22 maggio 2010, era la serata della
conquista della Champions. Moratti-Inter è una categoria che
oltrepassa il sentimento, sconfina in una pulsione continua. Inutile
tentare spiegazioni. È un concentrato: dove la passione travolge
l'ordinario, lo limita e lo depotenzia. Si chiama tifo: un territorio
dove l'umano trova conforto, sollievo, gioia, sofferenza, nostalgia e
tanto altro. Non è un miscuglio: è l'esplosione di una forma di
esistenzialismo. E il genetliaco cade in un tempo particolare per la
Beneamata: uno scudetto che si gioca sino all'ultimo respiro; una
finale di Champions che è imminente. Impossibile tenere i nervi
saldi, impossibile non essere fiduciosi, o preda dell'illusione.
L'interismo è forte e fragile. Sa essere speranzoso, ma anche
fallace. Questa è l'Inter, e non ci si può fare niente, niente.
Postilla: Ibrahimovic ha
declinato l'invito, ai post l'ardua sentenza.