Sono le due grandi deluse
del Campionato. Juve e Milan sembrano squadre stanche e
imbolsite. La loro stagione è stata mediocre e senza sussulti. Hanno
assistito passivamente e hanno messo sul campo poca determinazione.
Le ambizioni sono state declamate, ma i risultati non sono arrivati.
A Milano è contestazione perenne. Dopo la clamorosa
defenestrazione di Maldini si intende correre ai ripari: si vuole
ingaggiare un dirigente competente, il nome sarebbe quello di Igli
Tare. L'era Ibrahimovic pare già al tramonto, seppellita dal
realismo del campo, anche nel calcio non ci si inventa nulla, e non
si può improvvisare. L'ego non basta. E forse gli americani lo hanno
capito. A Torino le bocche
sono cucite, è il proverbiale silenzio dei sabaudi, assecondato da
media amici e comprensivi. Il minimo sindacale sta per essere
raggiunto: il quarto posto, utile per accedere alla Champions. Ma
alla Juve serve una svolta tecnica. Il sogno è Conte. Un ritorno al
passato ci sta sempre, specie quando si hanno poche idee e la
situazione è confusa. Il leccese arriverebbe da salvatore della
patria, una fantastica narrazione. Il tecnico e Madama sono fatti uno
per l'altro, sono in simbiosi perfetta e assoluta, hanno la medesima
mentalità, e la stessa filosofia, una concezione calcistica che
collima perfettamente.
CALCIO ITALIANO

Milan e Juve la rivoluzione non può attendere