Questo round l’ha vinto Pablo Bentancur. Sì, perché a
Bellinzona, in molti erano convinti (e forse si auguravano) che la società non
prendesse la licenza per giocare in Challenge League la prossima stagione.
E invece, il patron granata, contro tutto e tutti, con la cocciutaggine di sempre, ha voluto andare fino in fondo, alla sua maniera. Lottando contro quello che gli sembrava un sopruso bello e buono: la garanzia di mezzo milione che non aveva nessun motivo di esistere. Come poi confermato dalla commissione ricorsi della Swiss Football League.
Se Bentancur esce vittorioso da questa settimana difficile, ora però gli tocca il compito più arduo: lasciare il Bellinzona in buone mani. Sì, perché subito dopo aver ottenuto la licenza, lui stesso ha affermato, stavolta con fare perentorio, che lascerà il club. Senza se e senza ma. È stanco, troppi gli attacchi e le incomprensioni di questi ultimi mesi. Non ha voglia di ripartire un’altra volta, di affrontare l’ennesima stagione. L’uomo è stanco, logoro. Lo si può ben capire.
Va bene vendere, ma a chi? Vietato sbagliare, vietato consegnare un club che ha già sofferto tanto, in mani inadeguate. Ci sono cordate che spuntano ogni giorno, l’errore è dietro l’angolo. Ricordiamoci ciò che stava accadendo a Lugano prima dell’arrivo di Mansueto.
Si avverte la preoccupazione della piazza, anche di ex presidenti e dirigenti. C’è chi vorrebbe fare qualcosa, ma non trova la forza. Bisogna unirsi, altrimenti sarà dura.
Se Bentancur è un personaggio scomodo, che non ha mai fatto l’unanimità, sarebbe ingiusto non riconoscergli il lavoro e gli investimenti fatti in questi quattro anni. E sperperarli, sarebbe un vero peccato.
E invece, il patron granata, contro tutto e tutti, con la cocciutaggine di sempre, ha voluto andare fino in fondo, alla sua maniera. Lottando contro quello che gli sembrava un sopruso bello e buono: la garanzia di mezzo milione che non aveva nessun motivo di esistere. Come poi confermato dalla commissione ricorsi della Swiss Football League.
Se Bentancur esce vittorioso da questa settimana difficile, ora però gli tocca il compito più arduo: lasciare il Bellinzona in buone mani. Sì, perché subito dopo aver ottenuto la licenza, lui stesso ha affermato, stavolta con fare perentorio, che lascerà il club. Senza se e senza ma. È stanco, troppi gli attacchi e le incomprensioni di questi ultimi mesi. Non ha voglia di ripartire un’altra volta, di affrontare l’ennesima stagione. L’uomo è stanco, logoro. Lo si può ben capire.
Va bene vendere, ma a chi? Vietato sbagliare, vietato consegnare un club che ha già sofferto tanto, in mani inadeguate. Ci sono cordate che spuntano ogni giorno, l’errore è dietro l’angolo. Ricordiamoci ciò che stava accadendo a Lugano prima dell’arrivo di Mansueto.
Si avverte la preoccupazione della piazza, anche di ex presidenti e dirigenti. C’è chi vorrebbe fare qualcosa, ma non trova la forza. Bisogna unirsi, altrimenti sarà dura.
Se Bentancur è un personaggio scomodo, che non ha mai fatto l’unanimità, sarebbe ingiusto non riconoscergli il lavoro e gli investimenti fatti in questi quattro anni. E sperperarli, sarebbe un vero peccato.