La scena, bene o male, è sempre la stessa,
quando la provincia italiana ospita il Giro. Musica,
bambini, anziani che si aggirano curiosi nel villaggio del
quartiere-tappa, bandiere alle finestre e tanto, tanto rosa un po' ovunque: nei bar, nei negozi, sulle transenne. Poi, certo, qualche
automobilista in crisi di nervi per il tragitto abituale modificato,
protezione civile e polizia comunale che provano a raddrizzare la
situazione con un'indicazione e, magari, un sorriso: il Giro è una festa, anche se qualcuno ci tiene a ricordare che, a inizio
mese, in città erano arrivati gli Alpini, e due eventi nazionali
così importanti e soprattutto ravvicinati sono una prova non
indifferente per una città di poco più di 43.000 residenti. Per
fortuna, i mugugni lasciano presto lo spazio al buonumore: il tempo è
bello e, in fondo, dopo le 13 i disagi finiranno. Il Giro ha un
pregio, che è anche una croce per chi organizza: al Tour ci sono le
ampie aree di parcheggio dei centri commerciali, presenti ovunque, e
l'organizzazione vi si appoggia senza problemi. Il Belpaese è un
centro storico unico: e se questo è positivo, perché le immagini
volano in tutto il mondo, la gestione di chi deve trovare parcheggi
per stampa e servizi, o allestire il villaggio, è un po' come salire
sulle montagne russe. A risolvere il tutto, centinaia di volontari
nelle strade, alle transenne, e un gruppo di lavoratori che montano e
smontano palchi, tendoni e tutto il resto. Il Giro, va detto, è
anche loro, in fondo, è non solo dei protagonisti. Grazie, Biella,
per la bella accoglienza.
(Nella foto il colombiano Nairo Quintana)