CALCIO ITALIANO
Il futuro (incerto) del calcio italiano
Pubblicato il 02.06.2025 10:46
di Silvano Pulga
Smaltite le emozioni della finale di Monaco di Baviera, contrastanti sulla base della fede calcistica, da questa e dall'altra parte del confine, si può provare a fare un primo bilancio, per l'Inter e per il calcio italiano in genere. Va detto: dopo settimane di esaltazione, soprattutto da parte della stampa della vicina Penisola, letta e ascoltata anche alle nostre latitudini, la disfatta nerazzurra dovrebbe far ritornare molti sulla Terra. Chi ci legge sa che non siamo mai stati teneri con la Serie A la quale, a nostro parere, è di un livello tecnico inferiore a quello di altri campionati, come hanno dimostrato i risultati delle squadre italiane nel massimo torneo europeo. E il bagno di sangue di abbonati persi, nella vicina Penisola, lo dimostra, nonostante il campionato sia stato combattuto e incerto sino all'ultimo. Paradossalmente, la magnifica cavalcata dell'Atalanta dello scorso anno dimostra ciò che sosteniamo da tempo: e cioè che il calcio italiano per club, quando può competere con squadre di seconda fascia, è in grado ancora di dire la sua. Eh ma l'Inter che va in finale, allora? Certo: ma la partita contro il PSG dimostra che, probabilmente, se i nerazzurri avessero incontrato un Bayern al completo, e la dea bendata non fosse stata benevola in entrambe le sfide contro i tedeschi, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Ovviamente è solo un'opinione: del resto, la doppia sfida con il Barcellona è stata altamente spettacolare. Tuttavia, l'Inter ha incassato 6 gol, con i catalani che hanno colpito due legni e il nostro Yann Sommer capace di almeno quattro parate al limite delle possibilità di un estremo difensore, al netto di amnesie difensive iberiche (reti prese su palla ferma, uomini lasciati liberi di colpire nei sedici metri) che, a certi livelli, non si dovrebbero vedere. Fatto noto (la scarsa attenzione alla fase difensiva dei blaugrana) che ci aveva fatto scrivere, alla vigilia, che i nerazzurri erano favoriti nel doppio scontro. Insomma, mai come in questo caso, vista anche la dinamica delle due partite, il confine tra impresa storica ed eliminazione (a testa alta, ci mancherebbe) è stato davvero labile. Alcuni esteti della Pedata hanno addirittura accusato i nerazzurri di aver loro sottratto la possibilità di vedere una finale tra Barcellona e PSG, cioè il meglio di ciò che possa esprimere oggi il calcio europeo, per poi andare a scrivere la storia al contrario (nessuna squadra, in centinaia di finali disputate nella storia del calcio, aveva mai perso con 5 reti di scarto): un po' troppo, diciamolo. E ora? Le statistiche ci dicono che, sabato sera, il nerazzurro più giovane in campo a Monaco era Bastoni (26 anni). Senza voler scomodare Lamine Yamal, che non può essere considerato come pietra di paragone, il PSG ha schierato 6 elementi più giovani di lui, più due coetanei. Beppe Marotta, oggi presidente dell'Inter, ai tempi della Juventus, sosteneva che con i giovani non si vince. Non è da solo: pensiamo alla gestione di Camarda nel Milan, per dire, e alla gestione fallimentare di Milan Futuro. Per tutti, però, il dirigente ex Varese è artefice di un miracolo sportivo, e come tale osannato. Poi, certamente: per vincere servono tanti, tanti soldi. E la Serie A non ne ha abbastanza. Però, si potrebbe provare a cambiare politica. Anche se, va detto, i giovani promettenti li vogliono tutti, come ben sanno anche a Lugano.