I tifosi dell’Ambrì attendono con trepidazione novità inerenti al mercato. In effetti, al momento in Leventina tutto tace. All’appello mancano almeno ancora tre stranieri, se non addirittura quattro. Alcuni fans iniziano a preoccuparsi, vedendo soprattutto i parecchi ingaggi comunicati da altri club. È lecito esserlo? È comprensibile, quello sì, ma non c’è nessun motivo per farsi prendere dal panico e dai dubbi. L’estate è ancora lunga, l’inizio della stagione è tuttora lontano e non sempre “chi prima arriva meglio alloggia”. Con il passare del tempo alcuni giocatori di Oltreoceano che vedono svanire un buon impiego futuro negli Stati Uniti o in Canada potrebbero in effetti dirottare verso l’Europa.
Il direttore sportivo Paolo Duca non sta ovviamente con le mani in mano, le trattative ci sono, le varianti sono parecchie, ma i pezzi del puzzle devono anche incastrarsi e non sempre è evidente. La concorrenza di altri club e le possibilità finanziarie non certo di primo ordine sono altri fattori che influiscono. Pazienza è dunque la parola d’ordine, d’altronde questa è pure la virtù dei forti e spesso attendendo un po’ di più si possono realizzare delle interessanti operazioni “last minute”. Per quanto concerne invece il mercato indigeno, di base non c’è praticamente più nessun elemento senza contratto che potrebbe rappresentare un vero upgrade. Potrebbero però esserci alcune sorprese, con qualche scambio o persino qualche rottura di contratto anticipata. L’Ambrì è dunque attualmente un cantiere aperto, come d’altronde parecchie altre realtà elvetiche. Nulla di clamoroso, nulla di anomalo, siamo solamente a inizio giugno.
Il direttore sportivo Paolo Duca non sta ovviamente con le mani in mano, le trattative ci sono, le varianti sono parecchie, ma i pezzi del puzzle devono anche incastrarsi e non sempre è evidente. La concorrenza di altri club e le possibilità finanziarie non certo di primo ordine sono altri fattori che influiscono. Pazienza è dunque la parola d’ordine, d’altronde questa è pure la virtù dei forti e spesso attendendo un po’ di più si possono realizzare delle interessanti operazioni “last minute”. Per quanto concerne invece il mercato indigeno, di base non c’è praticamente più nessun elemento senza contratto che potrebbe rappresentare un vero upgrade. Potrebbero però esserci alcune sorprese, con qualche scambio o persino qualche rottura di contratto anticipata. L’Ambrì è dunque attualmente un cantiere aperto, come d’altronde parecchie altre realtà elvetiche. Nulla di clamoroso, nulla di anomalo, siamo solamente a inizio giugno.