CALCIO ITALIANO
Perché Inzaghi ha lasciato l'Inter
Pubblicato il 04.06.2025 07:03
di Silvano Pulga
Il popolo nerazzurro è in subbuglio: l'addio di Simone Inzaghi ha provocato reazioni contrastanti. La pesantissima sconfitta nella finale di Champions, nella quale il club ha scritto la storia, ma al contrario rispetto alle aspettative dei tifosi, è un macigno del quale ci vorrà parecchio tempo a liberarsi. L'allenatore ha fatto una scelta di vita, accettando il ricchissimo contratto proveniente dall'Arabia Saudita e l'irrilevanza calcistica, visto che la vecchia Europa resta ancora il continente centrale sotto l'aspetto del football. In mezzo, appunto, i fans della Beneamata, che scoprono all'improvviso di essere, dal punto di vista tecnico, allo stesso livello della Juventus e addirittura leggermente più indietro rispetto al bistrattato Milan, dopo aver fatto dell'ironia sui dirimpettai senza allenatore ancora la scorsa settimana. Monaco, insomma, starebbe iniziando ad avvelenare l'ambiente nerazzurro. Più di un tifoso ci ha rivelato che, forse, sarebbe stato meglio che, quella sera di maggio, fino a pochi giorni fa una pietra miliare della storia nerazzurra, Acerbi non avesse segnato. In realtà, al netto del fatto che certe emozioni restano dentro una vita, nel bene e nel male, l'analisi è forse più complessa, e non riguarda semplicemente la pur disastrosa disfatta di sabato. Riesce difficile pensare che Simone Inzaghi abbia concluso una trattativa così complessa in un paio di giorni, e con lo shock di una partita persa in quel modo. La realtà è che, un po' come accade con José Mourinho dopo la vittoria di Madrid nel 2010, le trattative erano sicuramente in corso da molto, molto prima. E quanto abbiano distratto il tecnico, messo in condizione di fare una scelta strategica sul proprio futuro, non è dato sapere. Quello che rimane all'Inter è un pugno di mosche in mano. La realtà dell'addio di Simone Inzaghi, è probabilmente un'altra: il mister si era reso conto che la spina dorsale della sua squadra era al canto del cigno. E, probabilmente, non ha ricevuto le dovute assicurazioni da parte della dirigenza rispetto alla prospettiva di un mercato a nove cifre, visti anche gli sbandierati incassi della stagione, che hanno fatto parlare tanti tifosi dell'importanza dello scudetto del bilancio, come dei milanisti qualsiasi. Oggi, invece, l'incertezza sul futuro provoca quel senso di smarrimento che si legge su tante pagine social di supporter interisti. Va detto: erano in tanti a criticare il tecnico piacentino. Ma la sua partenza, per molti, significa che in società, probabilmente, è arrivato l'ordine di puntare su giovani promettenti (lo sono tutti, quando arrivano: il problema è quando poi scendono in campo) e non su campioni affermati, come in molti speravano. Fiducia in Marotta, ovviamente. Qualcuno, però, scopre oggi che Beppe da Varese è sì l'uomo delle cinque finali europee, ma che le ha perse. Tutte. Sarà, insomma, una lunga e travagliata estate. E a ridere, per ora, è il Napoli, con una realtà (tra l'altro sostenibile) che si sta consolidando. E che, perlomeno in Italia, potrebbe aprire un ciclo. Come avrebbe potuto fare l'Inter, in questo quadriennio: ma non c'è riuscita.