CALCIO ITALIANO
Il Milan che verrà
Pubblicato il 05.06.2025 08:00
di Silvano Pulga
"Se Atene piange, Sparta non ride" è un conosciutissimo detto d'oltre confine, come noto, ma usato anche da noi. E può essere utilizzato per descrivere la situazione attuale di Milan e Inter. I nerazzurri davano l'idea della società solidissima, con una squadra e un cammino consolidati, con l'essere in lizza per vincere tutto, contrapposti a una realtà allo sbando, con un cambio d'allenatore in corsa, la sconfessione del progetto tecnico estivo con un mercato di riparazione costoso ma non in grado di consentire al club di entrare tra le prime quattro, oggi la situazione è cambiata, come noto. "Mal comune mezzo gaudio" è un'altra sentenza celebre, anche alle nostre latitudini. Tuttavia, il tifoso rossonero si trova a dover fare i conti con una realtà la quale, a oggi, assume contorni come minimo interlocutori. Le parole di Furlani ("Il club è bene amministrato, non serviranno sacrifici importanti") sono state seguite dalla trattativa per la cessione di Tijjani Reijnders, talentuoso centrocampista sul quale, si pensava, andava ricostruita una squadra ambiziosa per la prossima stagione. Il Milan ha un allenatore, tra l'altro esperto e carismatico: ma ancora non si è capito quale squadra gli verrà messa a disposizione. Premessa necessaria: la di là del valore del centrocampista olandese, votato tra i migliori del suo ruolo in Serie A, se davvero, come affermato dalla stampa sportiva della vicina Penisola, avverrà la sia cessione, sarà importante vedere chi arriva. Soprattutto, le prossime settimane ci dimostreranno l'affiatamento dell'asse Tare/Allegri, e quanto la proprietà sarà disponibile ad assecondarne le richieste. Il tecnico livornese è personaggio carismatico e con un'idea di calcio che potrà forse non piacere ma che, in questo momento, potrebbe essere funzionale alle aspettative rossonere: si vincono le partite subendo un gol in meno degli avversari, non solo segnandone uno in più. In ogni caso, a oggi, il popolo rossonero di certezze ne ha pochine. Da via Aldo Rossi filtra, tradizionalmente, pochissimo. Tare e Allegri non parlano, ovviamente, e il club approfitta del fatto che i riflettori, in questo momento, sono puntati sull'alta sponda del Naviglio, dopo il terremoto avvenuto in questi ultimi giorni. La stragrande maggioranza dei tifosi milanisti, tuttavia, ha smesso di pubblicare meme di sfottò agli interisti domenica a mezzogiorno e, oggi, si preoccupa del futuro della propria squadra. Va, infine, detto: finalmente, anche oltre confine, qualcuno inizia a dire ciò che scriviamo da mesi, e cioè che il calcio italiano di club ha limiti evidenti, contrapposto a quello inglese e ai top club europei. Le squadre vincenti, a livello continentale, si costruiscono attraverso investimenti di grande spessore che, oggi, nessun club della vicina Penisola è in grado di fare. Gli arabi vengono a fare la spesa in Italia, ma non ci pensano neppure ad acquisire direttamente un club di Serie A: troppe le incognite dal punto di vista finanziario.