Michael Joly non è piu un giocatore del Lugano. Malgrado un contratto ancora in essere, anche lo spettacolare canadese è "vittima" della cura di Janick Steinmann. Come spiegato dal direttore sportivo, i bianconeri cercano un altro profilo. Quello del 30enne, prevalentemente offensivo, non è dunque adatto e mal di sposa nei piani di battaglia del nuovo diesse. Ovviamente è una notizia che fa discutere tanto e che divide. Joly aveva sempre dato il suo apporto ed era il classico attaccante che da solo spesso valeva il prezzo del biglietto. Un conto è separarsi da Patry, un conto da Joly. Si può certamente affermare che Steinmann ha le "palle", lo ha nuovamente dimostrato con questa forte scelta, poi però, pensandoci bene, in fondo non ha nulla da perdere. Fare peggio della stagione scorsa, come già detto più volte, è praticamente impossibile e il nativo di Zugo è in sostanza in una paradossale posizione di comfort: può fare e disfare quasi a piacimento e oltretutto il risultato risulterà migliore rispetto a quello precedente. La separazione tra il Lugano e Joly non è nemmeno una grandissima sorpresa. Già nell'epilogo dello scorso campionato Joly era rimasto quasi sempre ai margini, escluso anche a quanto pare per un presunto problema fisico.
L'HCL è un cantiere aperto, ormai è assodato, ci saranno ancora parecchi movimenti. Una volta concluso il mercato si potranno trarre le prime considerazioni, poi ovviamente sarà il ghiaccio a dare ragione o torto a Janick Steinmann. Una cosa è però certa, dopo un campionato disastroso è doveroso fare dei cambiamenti, anche se alcuni potrebbero a prima vista sembrare inconcepibili o di difficile lettura.
L'HCL è un cantiere aperto, ormai è assodato, ci saranno ancora parecchi movimenti. Una volta concluso il mercato si potranno trarre le prime considerazioni, poi ovviamente sarà il ghiaccio a dare ragione o torto a Janick Steinmann. Una cosa è però certa, dopo un campionato disastroso è doveroso fare dei cambiamenti, anche se alcuni potrebbero a prima vista sembrare inconcepibili o di difficile lettura.
(Foto Ticishot-Simone Andriani)