Quando sono le star a ritirarsi arrivano giustamente sempre i tributi a gogò. Quando invece sono i soldati ad appendere i pattini al chiodo solitamente ci si limita a dare semplicemente la notizia. Già, perché i soldati non sono così sexy e non danno spettacolo. Ma senza di loro l’hockey non potrebbe esistere. Yannick Blaser fa decisamente parte della categoria dei soldati. Nessuno sarà mai andato in una pista per osservare il difensore, in pochi avranno acquistato la sua maglia. Oggi ha annunciato il suo ritiro al termine della stagione. Noi lo celebriamo. Già perché il 35enne è stato uno dei giocatori più coraggiosi e generosi della sua generazione. In barba alla sua stazza (180 cm x 90kg), che non lo fanno di certo uno dei grandi giganti, il nativo dell’Emmental si è sempre distino per il suo impegno senza compromessi. Una vita sul filo del regolamento, tra cariche al limite (a volte anche oltre) e tiri bloccati in qualità industriale, come direbbe Armando Ceroni. Uno stile dispendioso, incurante del pericolo. Spesso Blaser ha dovuto pagare un carissimo prezzo, fatto di tanti gravi infortuni e ammaccature. L’intera stagione 2015-16 l’aveva addirittura dovuta saltare a causa di un grave ferimento. Lui però non si è mai dato per vinto, è sempre tornato a rendere complicata vita agli attaccanti avversari. 7 stagioni a Zugo, 6 a Langnau e infine gli ultimi 3 anni nei GCK Lions a fare da chioccia ai più giovani dimostrando anche verve offensiva in un contesto di livello più basso. La scorsa stagione aveva pure disputato una partita di playoff con lo ZSC, presenza che di fatto gli ha consegnato un titolo di campione svizzero nel suo palmarès. Una specie di premio alla carriera, meritatissimo. La stagione prossima Yannick diventerà l’allenatore della U21 del Rapperswil. Una cosa è sicura, i giovanissimi sangallesi avranno di fronte un grande esempio: senza soffrire e senza sacrificio non si va da nessuna parte.
(PPR/Marcel Bieri)