Automobilismo
70 anni dalla tragedia di Le Mans
Pubblicato il 13.06.2025 06:55
di Silvano Pulga
Sabato, alle ore 16, prenderà il via la 24h di Le Mans, una delle gare più iconiche dell'automobilismo mondiale, giunta quest'anno all'edizione numero 93. In pieno svolgimento, quindi le prove di qualificazione, con la Ferrari 499P, in testa alle graduatorie costruttori e piloti del mondiale WEC, a caccia di quella che sarebbe la terza vittoria consecutiva in terra di Francia. La concorrenza, tuttavia, non mancherà di certo: le tre vetture di Maranello se la vedranno sul Circuit de la Sarthe con quattro Porsche 963, due Toyota GR010 (una delle quali, la numero 8, guidata anche dal nostro Sébastien Buemi), due Bmw M Hybrid V8, due Alpine A424, due Aston Martin Valkyrie, quattro Cadillac V-Series R e due Peugeot 9X8. Il totale vedrà quindi al via ben 21 equipaggi della classe Hypercar, per un totale di qualcosa come 63 piloti, a costituire un unicum di valore assoluto, tra super specialisti delle gare endurance ed ex piloti di Formula 1, tra i qual anche il nostro portacolori, il quale si è però affermato definitivamente in questo tipo di gare, vincendo questa gara in diverse occasioni e laureandosi campione del mondo conduttori.Questa edizione segnerà però anche il 70° anniversario del gravissimo incidente del 1955 il quale costituisce, ancora oggi, il più pesante incidente della storia dell'automobilismo: 84 i morti e 120 i feriti, molti dei quali sfigurati e mutilati per il resto della loro esistenza. Come noto, la tragedia ebbe ripercussioni anche in Svizzera, con l'istituzione del divieto alle corse in circuito, revocato definitivamente nel 2022. Una fine però di facciata: l'assenza di circuiti permanenti sul territorio confederale, nonché la delega ai Cantoni per i permessi, di fatto rendono estremamente complesso che gli appassionati elvetici possano tornare ad assistere a gare automobilistiche di spessore in patria, nonostante gli organismi legislativi federali, a suo tempo, per giustificare una scelta comunque controversa, abbiano voluto sottolineare come il mondo delle competizioni motoristiche abbia fatto passi da gigante in questi decenni, sotto tutti i punti di vista, da quello principale della sicurezza per piloti e spettatori, passando per i consumi e l'inquinamento. Tornando all'incidente, la catastrofe fu causata dall'uscita di pista della Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh, come fu possibile ricostruire grazie alle immagini televisive. Sul rettilineo principale della pista, il pilota francese si trovava alle spalle della Jaguar D-Type di Mike Hawthorn, in quel momento in testa. Il britannico, dopo aver doppiato la Austin-Healey condotta da Lance Macklin, rientrò ai box con una manovra repentina, spostandosi sula destra. Questo spostamento colse di sorpresa Macklin, il quale tentò di frenare, finendo però con le ruote sullo sporco al lato della pista. A causa di queste due circostanze, perse il controllo della vettura, che scartò verso sinistra. Macklin riuscì a riprendere il controllo della medesima, la quale tuttavia si trovò sulla traiettoria della Mercedes di Levegh che, in piena velocità, non poté evitarla. Il tamponamento fu inevitabile; purtroppo, però, la velocità della monoposto condotta dal francese fece sì che la Austin di Macklin si trasformasse in una specie di rampa di lancio. La sequenza dei fatti, che molti avranno visto in immagini, e che è facilmente reperibile in rete, fu terribile: la Mercedes, proiettata verso alto, si schiantò sulle barriere di protezione, e poi prese fuoco. Alcuni pezzi dell'auto tra i quali il cofano e l'asse anteriore delle ruote volarono sulla tribuna, colpendo gli spettatori, col tragico bilancio che abbiamo esplicitato più sopra. Come noto, e come accadde anche in altre occasioni successive, anche in altri ambiti sportivi, la gara non fu interrotta. Gli organizzatori sostennero di aver preso quella decisione per motivi di ordine pubblico: decine di migliaia di persone, anche in altre zone del circuito, prese dal panico, avrebbero potuto creare altre tragedie, oltre ad ostacolare i soccorsi. Era un altro automobilismo, per fortuna e non solo, visto che le gare in circuito sono indispensabili per lo sviluppo tecnologico delle autovetture di tutti i giorni: e questo andrebbe ricordato ai nemici delle corse, almeno fino a quando non arriveremo a poter fare a meno delle automobili.