Sabato,
alle ore 16, prenderà il via la 24h di Le Mans, una delle gare più
iconiche dell'automobilismo mondiale, giunta quest'anno all'edizione
numero 93. In pieno svolgimento, quindi le prove di qualificazione,
con la Ferrari 499P, in testa alle graduatorie costruttori e piloti
del mondiale WEC, a caccia di quella che sarebbe la terza vittoria
consecutiva in terra di Francia. La concorrenza, tuttavia, non
mancherà di certo: le tre vetture di Maranello se la vedranno
sul Circuit
de la Sarthe con quattro
Porsche 963, due Toyota GR010 (una delle quali, la numero 8, guidata
anche dal nostro Sébastien Buemi), due Bmw M Hybrid V8, due Alpine
A424, due Aston Martin Valkyrie, quattro Cadillac V-Series R e due
Peugeot 9X8. Il totale vedrà quindi al via ben 21 equipaggi della
classe Hypercar, per un totale di qualcosa come 63 piloti, a
costituire un unicum di valore assoluto, tra super specialisti delle
gare endurance ed ex piloti di Formula 1, tra i qual anche il nostro
portacolori, il quale si è però affermato definitivamente in questo
tipo di gare, vincendo questa gara in diverse occasioni e laureandosi
campione del mondo conduttori.Questa
edizione segnerà però anche il 70° anniversario del gravissimo
incidente del 1955 il quale costituisce, ancora oggi, il più pesante
incidente della storia dell'automobilismo: 84 i morti e 120 i feriti,
molti dei quali sfigurati e mutilati per il resto della loro
esistenza. Come noto, la tragedia ebbe ripercussioni anche in
Svizzera, con l'istituzione del divieto alle corse in circuito,
revocato definitivamente nel 2022. Una fine però di facciata:
l'assenza di circuiti permanenti sul territorio confederale, nonché
la delega ai Cantoni per i permessi, di fatto rendono estremamente
complesso che gli appassionati elvetici possano tornare ad assistere
a gare automobilistiche di spessore in patria, nonostante gli
organismi legislativi federali, a suo tempo, per giustificare una
scelta comunque controversa, abbiano voluto sottolineare come il
mondo delle competizioni motoristiche abbia fatto passi da gigante in
questi decenni, sotto tutti i punti di vista, da quello principale
della sicurezza per piloti e spettatori, passando per i consumi e
l'inquinamento. Tornando all'incidente, la catastrofe fu causata
dall'uscita di pista della Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh,
come fu possibile ricostruire grazie alle immagini televisive. Sul
rettilineo principale della pista, il pilota francese si trovava alle
spalle della Jaguar D-Type di Mike Hawthorn, in quel momento in
testa. Il britannico, dopo aver doppiato la Austin-Healey condotta da
Lance Macklin, rientrò ai box con una manovra repentina, spostandosi
sula destra. Questo spostamento colse di sorpresa Macklin, il quale
tentò di frenare, finendo però con le ruote sullo sporco al lato
della pista. A causa di queste due circostanze, perse il controllo
della vettura, che scartò verso sinistra. Macklin riuscì a
riprendere il controllo della medesima, la quale tuttavia si trovò
sulla traiettoria della Mercedes di Levegh che, in piena velocità,
non poté evitarla. Il tamponamento fu inevitabile; purtroppo, però,
la velocità della monoposto condotta dal francese fece sì che la
Austin di Macklin si trasformasse in una specie di rampa di lancio.
La sequenza dei fatti, che molti avranno visto in immagini, e che è
facilmente reperibile in rete, fu terribile: la Mercedes, proiettata
verso alto, si schiantò sulle barriere di protezione, e poi prese
fuoco. Alcuni pezzi dell'auto tra i quali il cofano e l'asse
anteriore delle ruote volarono sulla tribuna, colpendo gli
spettatori, col tragico bilancio che abbiamo esplicitato più sopra.
Come noto, e come accadde anche in altre occasioni successive, anche
in altri ambiti sportivi, la gara non fu interrotta. Gli
organizzatori sostennero di aver preso quella decisione per motivi di
ordine pubblico: decine di migliaia di persone, anche in altre zone
del circuito, prese dal panico, avrebbero potuto creare altre
tragedie, oltre ad ostacolare i soccorsi. Era un altro automobilismo,
per fortuna e non solo, visto che le gare in circuito sono
indispensabili per lo sviluppo tecnologico delle autovetture di tutti
i giorni: e questo andrebbe ricordato ai nemici delle corse, almeno
fino a quando non arriveremo a poter fare a meno delle automobili.
Automobilismo

70 anni dalla tragedia di Le Mans