Gennaro Gattuso era detto
Ringhio. Era un mediano che correva sempre, l'avversario lo stanava,
e non aveva paura di affondare il tackle. È stato per anni titolare
del Milan (nel primo decennio del Duemila) dove militavano
fuoriclasse assoluti. Ma lui, nonostante i limiti tecnici rispetto ai
suoi compagni, era un perno insostituibile. La sua generosità era
proverbiale. È un appassionato del calcio, è una persona verace,
che svetta per coerenza, in un mondo dove aleggia, molto spesso,
l'ipocrisia, non teme di essere se stesso. È un allenatore medio,
ora sta per arrivare la sua grande occasione. Per esclusione, per
mancanza di alternative valide, per assenza di grandi idee tra
qualche ora diventerà il tecnico della Nazionale italiana. Dato che
la Figc è preda a pulsioni caotiche, il protocollo è completamente
saltato, ad annunciare ufficiosamente l'incarico, ci ha pensato
Buffon, ormai assurto a plenipotenziario assoluto, poi è arrivata la notizia ufficiale. L'ex portiere è
sicuro, si tratta della “migliore scelta possibile”. Il
profilo di Gattuso dovrebbe rassicurare e ricompattare un ambiente
deluso e depresso. Ci riuscirà? La missione è quasi impossibile.
C'è un dato inequivocabile: in Italia non ci sono né grandi
giocatori né talenti.
CALCIO ITALIANO

"È la scelta migliore"