Una vita dedicata al Taverne: 34 anni di presidenza sono tanti
e Carlo Burà di cose ne ha viste e fatti in questo lungo periodo.
Ora lascia tutto nelle mani di Leonid Novoselsky, ex dirigente del FC Lugano che arriva dall’esperienza di Sciaffusa, dove gestiva un paio di squadre giovanili.
La sua idea di calcio è conosciuta: punterà molto sui giovani e su un’idea di calcio che aveva già tentato di instillare a Lugano. Poi arrivò Mansueto e la storia del club bianconero cambiò.
Burà, intervenuto ieri sera a Fuorigioco, è fiducioso:
“Credo di aver lasciato il club in buone mani: il campo, come sempre, parlerà. Non si sa mai come vanno a finire le cose. Da quello che so, a Taverne si farà del professionismo”.
Addirittura? Lo scopriremo sicuramente con il tempo.
Il suo addio è forse un po’ doloroso ma inevitabile:
“Soprattutto dal punto di vista organizzativo e burocratico, la situazione era diventata insostenibile. Novoselsky gestirà la prima squadra, ma tutto il resto non cambierà. Ci sono 315, tra bambini e bambini, che continueranno a fare calcio come prima. Oltretutto verrà iscritta una squadra di Quarta Lega”.
Ci sono parole di ringraziamento anche per Vittorio Bevilacqua, il suo ultimo allenatore:
“Un vero condottiero, dotato di grande carisma, anche se non sempre facile da gestire”.
Un girone di andata stupendo, un ritorno in calando, ma pur sempre una posizione di centroclassifica che testimonia la buona stagione disputata:
“Forse la squadra si è un po’ accontentata. Si è sempre parlato di salvezza e una volta raggiunto l’obiettivo, la squadra è calata. Ha preferito guardare dietro piuttosto che avanti”.
Qualcuno gli rimprovera di aver fatto giocare pochi giovani, soprattutto della regione:
“Fino alla Seconda Lega si può pescare nelle nostre zone, ma poi dalla Prima Lega cambia tutto, bisogna attingere anche al mercato estero, soprattutto italiano. Altrimenti è difficile essere competitivi”.
Un ultimo appunto sulla Federazione Ticinese di Calcio:
“In Federazione manca qualcuno che abbia fatto esperienza in società. A volte serve avere un altro sguardo sul problema. Gli arbitri? Per me sono sproporzionate le tariffe delle amichevoli: se voglio farne una contro il Paradiso, devo pagare 600-700 franchi. So che sono dettami della Federazione svizzera, ma la nostra FTC dovrebbe intervenire…”.
Ora lascia tutto nelle mani di Leonid Novoselsky, ex dirigente del FC Lugano che arriva dall’esperienza di Sciaffusa, dove gestiva un paio di squadre giovanili.
La sua idea di calcio è conosciuta: punterà molto sui giovani e su un’idea di calcio che aveva già tentato di instillare a Lugano. Poi arrivò Mansueto e la storia del club bianconero cambiò.
Burà, intervenuto ieri sera a Fuorigioco, è fiducioso:
“Credo di aver lasciato il club in buone mani: il campo, come sempre, parlerà. Non si sa mai come vanno a finire le cose. Da quello che so, a Taverne si farà del professionismo”.
Addirittura? Lo scopriremo sicuramente con il tempo.
Il suo addio è forse un po’ doloroso ma inevitabile:
“Soprattutto dal punto di vista organizzativo e burocratico, la situazione era diventata insostenibile. Novoselsky gestirà la prima squadra, ma tutto il resto non cambierà. Ci sono 315, tra bambini e bambini, che continueranno a fare calcio come prima. Oltretutto verrà iscritta una squadra di Quarta Lega”.
Ci sono parole di ringraziamento anche per Vittorio Bevilacqua, il suo ultimo allenatore:
“Un vero condottiero, dotato di grande carisma, anche se non sempre facile da gestire”.
Un girone di andata stupendo, un ritorno in calando, ma pur sempre una posizione di centroclassifica che testimonia la buona stagione disputata:
“Forse la squadra si è un po’ accontentata. Si è sempre parlato di salvezza e una volta raggiunto l’obiettivo, la squadra è calata. Ha preferito guardare dietro piuttosto che avanti”.
Qualcuno gli rimprovera di aver fatto giocare pochi giovani, soprattutto della regione:
“Fino alla Seconda Lega si può pescare nelle nostre zone, ma poi dalla Prima Lega cambia tutto, bisogna attingere anche al mercato estero, soprattutto italiano. Altrimenti è difficile essere competitivi”.
Un ultimo appunto sulla Federazione Ticinese di Calcio:
“In Federazione manca qualcuno che abbia fatto esperienza in società. A volte serve avere un altro sguardo sul problema. Gli arbitri? Per me sono sproporzionate le tariffe delle amichevoli: se voglio farne una contro il Paradiso, devo pagare 600-700 franchi. So che sono dettami della Federazione svizzera, ma la nostra FTC dovrebbe intervenire…”.