Premessa:
i trofei vinti, in questo caso, sono solo un dettaglio. Esiste un
appassionato che considera il calcio come una categoria esistenziale,
dove l'estetica rappresenta una spiegazione temporanea. Potenza del
Mondiale del Club, ecco insieme due autentici e assoluti artisti. Li
accomuna la genialità, la fantasia, la capacità di toccare in
maniera delicata e raffinata il pallone. Roberto
Baggio
ha avuto una carriera travagliata. Ha subito gravi infortuni, è
stato sovente messo in discussione. Lui la squadra dove giocare se la
voleva scegliere. Per esempio alla Juve non ci sarebbe voluto andare.
Ha poi girovagato. Lo si criticava per il suo carattere, ma erano
polemiche speciose. È stato uno dei più forti calciatori
italiani. Il suo piede destro era fantastico, le sue intuizioni erano
disarmanti per bellezza. Nacque come mezzapunta, nel football moderno
sarebbe stato un intruso. E poi quel rigore sbagliato, in finale, nel
Mondiale americano lo ha segnato per sempre. Leo
Messi
ha scritto la storia, la Pulce ha legato il suo destino a un solo
club. Ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Ha segnato una
montagna di gol. È stato allevato dal Barcellona, che lo ha
protetto, lo ha innalzato, gli ha costruito la squadra. E l'ambiente
lo ha amato. Ha potuto mostrare il suo enorme potenziale. L'argentino
ha reso al meglio, ha espresso il suo enorme potenziale. Baggio
e Messi
non sono grandi di statura e rappresentano un tipo di giocatore che
rischia di diventare il retaggio di un passato. Ora il prototipo del
calciatore è un atleta, un agonista, un interprete ortodosso del
modulo. Purtroppo.
CALCIO INTERNAZIONALE

Geni compresi e incompresi