Aggredire un arbitro
italiano costerà caro, in termini di pena. Il Consiglio dei Ministri
ha modificato un articolo del Codice Penale. E ha equiparato gli
arbitri a pubblici ufficiali, identificandoli come soggetti che
assicurano la regolarità di una manifestazione sportiva. Il
presidente dell'AIA (Associazione Italiana Arbitri) Antonio Zappi ha
voluto fortemente questo tipo di norma, modificata grazie
all'intervento del Ministro dello Sport Andrea Abodi. Nella sostanza:
chi avrà un comportamento violento nei confronti di un direttore di
gara, finirà in galera. È prevista una reclusione da due a cinque
anni per lesioni lievi; da quattro a dieci per lesioni gravi; da otto
a sedici per lesioni gravissime. La tutela degli arbitri entra a
pieno diritto nel Codice Penale, una protezione che rappresenta una
forte deterrenza. E che cambia radicalmente lo scenario. Toccare un
arbitro significa: essere arrestati e andare direttamente in galera.
E le conseguenze saranno pesanti per gli autori di gesti violenti. È
evidente che questa norma giuridica è rivolta alle giacchette nere
delle serie inferiori. E va nella direzione di porre fine a ogni
sorta di tolleranza o giustificazione.
CALCIO ITALIANO

L'arbitro non si tocca!