Terminata ieri, con la tradizionale passerella di viale Venezia, a Brescia, la 1000 Miglia storica, anche quest'anno corsa assieme al Ferrari 1000 Miglia Tribute: un lungo corteo di auto storiche e non, almeno per ciò che riguardava il challenge riservato alle vetture di Maranello: circa 120 vetture iscritte, la maggior parte delle quali prodotte negli ultimi anni. Un autentico museo viaggiante, come descriveva Enzo Ferrari la manifestazione appena nata (ormai siamo arrivati all'edizione numero 43). Per noi, che l'abbiamo sempre seguita distrattamente (e, quando risiedevamo nella città della Leonessa, con un pizzico di fastidio per gli inevitabili disagi provocati alla cittadinanza), una piacevole sorpresa il dovercene questa volta occupare, soprattutto rispetto al seguito su strada, per noi inatteso.
Abbiamo infatti seguito il corteo delle auto partecipanti, perlomeno dal loro ingresso in provincia di Brescia sino all'arrivo nel capoluogo, e abbiamo assistito a un successo di pubblico che non ci aspettavamo: alcune località, come Palazzolo sull'Oglio, Adro e soprattutto Pontoglio hanno chiuso il proprio centro storico al traffico privato, riservandolo al passaggio dei concorrenti. Tante le persone dietro le transenne a fotografare e salutare le vetture in transito. E anche fuori da questi centri abitati, erano davvero in parecchi ad aspettare e immortalare automobili le quali, nella maggioranza dei casi, sono visibili solo nei musei e, nel caso delle Ferrari, neppure in quelli. Nei due aziendali, a Maranello e Modena, sono infatti custodite diverse vetture; tuttavia, alcune delle più iconiche, essendo state costruite in pochi esemplari, sono tutte nelle mani dei collezionisti i quali, in queste occasioni, le tirano fuori dalle autorimesse, per la gioia appunto di tanti appassionati, che possono così fotografarle.
Nel nostro caso, per esempio, ci siamo trovati di fronte a una Ferrari F40, proveniente direttamente dagli anni '80 del secolo scorso. Una delle nostre preferite dal momento che, in un'occasione particolare, abbiamo avuto la fortuna di poterci salire a bordo, facendo un paio di giri di pista: poca cosa, sicuramente, penseranno in molti. Eppure sappiamo che qualcuno, tra quelli che ci stanno leggendo, proverà le stesse sensazioni nostre.
Per quanto riguarda la gara vera e propria, la cui classifica viene stilata sulla base dei risultati di alcune prove speciali, dopo l’ultima tappa, da Parma passando per Busseto, Cremona e Soncino, prima di entrare nella provincia di Brescia per poi terminare in città, con la passerella finale in viale Venezia, dopo aver attraversato la Franciacorta, la vittoria è andata, per la quinta volta consecutiva, alla coppia Vesco-Salvinelli e alla loro Alfa Romeo 6C 1750 Ss del 1929, che partecipò alla 1000 Miglia di velocità nel 1932: un auto di longevità incredibile, mantenuta in efficienza grazie a una manutenzione straordinaria e a una cura amorevole da parte dei proprietari. Il valtrumpino Vesco ha così preceduto gli argentini Erejomovich-Llanos, anch'essi su Alfa Romeo (modello 6C 1500 Ss), con i quali la lotta per l'affermazione finale è durata sino all'ultimo giorno.
Abbiamo infatti seguito il corteo delle auto partecipanti, perlomeno dal loro ingresso in provincia di Brescia sino all'arrivo nel capoluogo, e abbiamo assistito a un successo di pubblico che non ci aspettavamo: alcune località, come Palazzolo sull'Oglio, Adro e soprattutto Pontoglio hanno chiuso il proprio centro storico al traffico privato, riservandolo al passaggio dei concorrenti. Tante le persone dietro le transenne a fotografare e salutare le vetture in transito. E anche fuori da questi centri abitati, erano davvero in parecchi ad aspettare e immortalare automobili le quali, nella maggioranza dei casi, sono visibili solo nei musei e, nel caso delle Ferrari, neppure in quelli. Nei due aziendali, a Maranello e Modena, sono infatti custodite diverse vetture; tuttavia, alcune delle più iconiche, essendo state costruite in pochi esemplari, sono tutte nelle mani dei collezionisti i quali, in queste occasioni, le tirano fuori dalle autorimesse, per la gioia appunto di tanti appassionati, che possono così fotografarle.
Nel nostro caso, per esempio, ci siamo trovati di fronte a una Ferrari F40, proveniente direttamente dagli anni '80 del secolo scorso. Una delle nostre preferite dal momento che, in un'occasione particolare, abbiamo avuto la fortuna di poterci salire a bordo, facendo un paio di giri di pista: poca cosa, sicuramente, penseranno in molti. Eppure sappiamo che qualcuno, tra quelli che ci stanno leggendo, proverà le stesse sensazioni nostre.
Per quanto riguarda la gara vera e propria, la cui classifica viene stilata sulla base dei risultati di alcune prove speciali, dopo l’ultima tappa, da Parma passando per Busseto, Cremona e Soncino, prima di entrare nella provincia di Brescia per poi terminare in città, con la passerella finale in viale Venezia, dopo aver attraversato la Franciacorta, la vittoria è andata, per la quinta volta consecutiva, alla coppia Vesco-Salvinelli e alla loro Alfa Romeo 6C 1750 Ss del 1929, che partecipò alla 1000 Miglia di velocità nel 1932: un auto di longevità incredibile, mantenuta in efficienza grazie a una manutenzione straordinaria e a una cura amorevole da parte dei proprietari. Il valtrumpino Vesco ha così preceduto gli argentini Erejomovich-Llanos, anch'essi su Alfa Romeo (modello 6C 1500 Ss), con i quali la lotta per l'affermazione finale è durata sino all'ultimo giorno.
(Foto SP)