Non ci sarà un Sannino-bis, nonostante le rassicurazioni
avute nell’ultima conferenza stampa della stagione e i continui contatti tra il
tecnico e Pablo Bentancur.
Avrebbe dovuto essere lui sulla panchina granata la prossima stagione e invece, il cambio repentino di queste ultime ore (con il gruppo Klein che si è defilato), con l’arrivo di Mario Rosas, ha cambiato lo scenario.
Una brutta botta per il tecnico 68.enne italiano che aveva fatto molto bene nel finale di stagione alla guida dei granata. Il calcio, purtroppo, è così, e senza contratti in mano, si rischia la beffa.
Sannino preferisce, almeno per il momento, non parlare: deve somatizzare il momento, la delusione di una decisione dura da accettare.
Lo capiamo, eccome, anche perché il tecnico aveva in testa un’idea per il “suo” Bellinzona e confidava nella continuazione del suo incarico.
Non sarà così, ma di lui resteranno comunque gli ottimi risultati raggiunti e la professionalità e la coesione che ha saputo portare in squadra, ravvivando uno spogliatoio che sembrava spento.
Ora tocca a Rosas fare le scelte per il futuro del Bellinzona: nella prima avventura non andò molto bene, ma in quell’occasione ci fu il problema del patentino e il suo ruolo ibrido (di assistente) non aiutò certo la crescita della squadra.
Ora vedremo come imposterà il nuovo staff e come costruirà la rosa, al momento molto corta (per usare un eufemismo): ha poco tempo e non sarà facile. Gli si può soltanto fare un grande “in bocca al lupo”. Ne avrà bisogno.
Avrebbe dovuto essere lui sulla panchina granata la prossima stagione e invece, il cambio repentino di queste ultime ore (con il gruppo Klein che si è defilato), con l’arrivo di Mario Rosas, ha cambiato lo scenario.
Una brutta botta per il tecnico 68.enne italiano che aveva fatto molto bene nel finale di stagione alla guida dei granata. Il calcio, purtroppo, è così, e senza contratti in mano, si rischia la beffa.
Sannino preferisce, almeno per il momento, non parlare: deve somatizzare il momento, la delusione di una decisione dura da accettare.
Lo capiamo, eccome, anche perché il tecnico aveva in testa un’idea per il “suo” Bellinzona e confidava nella continuazione del suo incarico.
Non sarà così, ma di lui resteranno comunque gli ottimi risultati raggiunti e la professionalità e la coesione che ha saputo portare in squadra, ravvivando uno spogliatoio che sembrava spento.
Ora tocca a Rosas fare le scelte per il futuro del Bellinzona: nella prima avventura non andò molto bene, ma in quell’occasione ci fu il problema del patentino e il suo ruolo ibrido (di assistente) non aiutò certo la crescita della squadra.
Ora vedremo come imposterà il nuovo staff e come costruirà la rosa, al momento molto corta (per usare un eufemismo): ha poco tempo e non sarà facile. Gli si può soltanto fare un grande “in bocca al lupo”. Ne avrà bisogno.
(Giuseppe Sannino nella foto di Filippo Zanovello)