CICLISMO
In ricordo di Maranesi
Pubblicato il 30.06.2025 07:59
di Enrico Lafranchi
In questo mio ricordo di Alfredo Maranesi desidero mettere in risalto la sua profonda e sincera umanità. Una mentalità, la sua, molto aperta che sapeva cogliere gli aspetti, talvolta più reconditi, della realtà. Legatissimo al Velo Club Mendrisio di cui era ancora presidente, soleva ricordare i suoi inizi di carriera sulle rive del Ceresio, prima di passare all’amata società sotto la guida del presidente Bruno Bernasconi (come corridore e DS, è stato anche responsabile tecnico dell’allora FCT, oggi Ticino Cycling) per oltre una decina di anni (1976-1989).
Adorava (mi sembra un termine appropriato) il suo lavoro di dirigente, senza mai riconoscersi meriti particolari, al contrario si distingueva proprio per la sua ‘eccezionalità’. Della sua carriera in sella, partita a 16 anni con la Sport Lugano da Juniores («il ciclismo ticinese stava attraversando un periodo d’oro») ricordava in particolare la vittoria riportata in una gara in salita nella Svizzera orientale.
Ha avuto il merito di contribuire alla ‘salvezza’ del VCM, uscito dal tunnel alla grande grazie a un ‘inossidabile’ Renzo Borgogna che ha portato la società ai sette cieli. Quando gli chiesi quale fosse stato il suo momento più bello rispose con voce cristallina: "Ho provato una grande gioia per la vittoria di Andrea Bellati ai campionati svizzeri di mezzofondo nel 1987".
Un Allievo, Andrea, ora vicepresidente del VCM, che ha fatto del suo ‘maestro’ un elegante e profondo ritratto:
"Caro Alfredo, il 12 giugno la tua corsa è terminata. Hai raggiunto il tuo traguardo con un ultimo colpo di reni dopo avere impartito le ultime disposizioni ai tuoi amati corridori… Oggi ci rimane solo la tua splendida anima, arricchita e impreziosita dalle esperienze, dai sacrifici e dal tanto tempo che hai dedicato al prossimo, permettendoti così di raggiungere il tuo scopo di vita… A ben pensarci la tua vita può essere ricordata come una lunga giornata di gara in bicicletta".
(Foto Enla)