La stagione dell'Inter è
stata segnata da una smodata illusione ed è terminata con la bacheca
tristemente vuota, nessun trofeo è stato alzato. La clamorosa
sconfitta in finale di Champions ha fatto deflagrare l'ambiente.
Finito il Mondiale per Club, è terminata la tregua. Ed è scattata
una guerra social incredibile e inaccettabile per un club di questo
livello. Lautaro ha attaccato: via chi non vuole restare. Ha risposto
prima la moglie e poi direttamente Calhanoglu, che si è sentito
chiamato in causa, ricevendo l'approvazione di Thuram. La Beneamata è
in frantumi, e dovrebbe ripartire. Il fondo proprietario di queste
dinamiche quasi se ne disinteressa, sta pulendo i conti della
società, debiti in diminuzione e sotto controllo, pregusta la
plusvalenza che otterrebbe, in caso di vendita. Discutibile e
incomprensibile appare il ruolo di Marotta. È sembrato impreparato
alla dipartita di Inzaghi, e lascia che queste deleterie polemiche
abbiano una tale pubblicità. Il dirigente è definito come il più
capace in Italia. Stupisce la sua passività. Strategia? Impossibile
dirlo. A Chivu rimane un'impresa ardua e complicata, la missione ha i
crismi dell'impossibile. E tifosi? Sono abituati: Historia magistra
vitae, la storia è maestra di vita.
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