“Se mi fate delle domande sulla mia vita privata, mi alzo e
me ne vado”.
Inizia così, tra il serio e il faceto, la conferenza stampa di Ezgjan Alioski allo stadio di Cornaredo.
Il neoacquisto è carico, forse un po’ teso, ma con il passar dei minuti si scioglie: dispensa sorrisi e parla in un italiano piuttosto fluido.
Capisce di essere arrivato in una piazza, la “sua” piazza”, che si aspetta grandi cose.
Ha 33 anni, proprio come Shaqiri, che lo scorso anno a Basilea, cambiò la stagione dei renani.
Lui mette subito le mani avanti: darà il massimo, ovviamente, ma è con la squadra che si vince o si perde. Anche se ammette di sentire la responsabilità di un ruolo che dev'essere da primattore. Lo sa e non si nasconde.
Ha l’adrelina addosso, quella giusta, e sprizza ottimismo da tutti i pori: nel primo allenamento sostenuto, ha già capito che la qualità, in questa squadra, non manca.
Quando nelle trattative ha sentito la parola Lugano, ha fatto di tutto per cercare di tornare in quella città che lo ama ancora. I ricordi non si dimenticano e i tifosi, all’epoca, avevano fatto di lui un idolo.
Era un ragazzo “Gianni”, ora è un uomo, che di strada ne ha fatta tanta, anche grazie al Lugano.
E proprio ai colori e al popolo bianconero, ha voglia di ridare qualcosa.
Trova una società diversa, più ricca, certo, ma anche più strutturata e ambiziosa, che tra un anno avrà un nuovo stadio.
Con Croci-Torti ovviamente ha parlato, ma sul suo ruolo, non c’è ancora nulla di deciso. Dipende dal mercato, dice lui: potrebbe tornare a fare il terzino, oppure giocare qualche metro più avanti, per sfruttare il suo istinto da goleador.
È un giocatore poliedrico, che è ancora in forma e che, come dice lui, non è certo vecchio. Anzi.
Lo vuole dimostrare e lo farà: quello sguardo determinato non mente.
Alioski potrebbe veramente essere un gran colpo.
Inizia così, tra il serio e il faceto, la conferenza stampa di Ezgjan Alioski allo stadio di Cornaredo.
Il neoacquisto è carico, forse un po’ teso, ma con il passar dei minuti si scioglie: dispensa sorrisi e parla in un italiano piuttosto fluido.
Capisce di essere arrivato in una piazza, la “sua” piazza”, che si aspetta grandi cose.
Ha 33 anni, proprio come Shaqiri, che lo scorso anno a Basilea, cambiò la stagione dei renani.
Lui mette subito le mani avanti: darà il massimo, ovviamente, ma è con la squadra che si vince o si perde. Anche se ammette di sentire la responsabilità di un ruolo che dev'essere da primattore. Lo sa e non si nasconde.
Ha l’adrelina addosso, quella giusta, e sprizza ottimismo da tutti i pori: nel primo allenamento sostenuto, ha già capito che la qualità, in questa squadra, non manca.
Quando nelle trattative ha sentito la parola Lugano, ha fatto di tutto per cercare di tornare in quella città che lo ama ancora. I ricordi non si dimenticano e i tifosi, all’epoca, avevano fatto di lui un idolo.
Era un ragazzo “Gianni”, ora è un uomo, che di strada ne ha fatta tanta, anche grazie al Lugano.
E proprio ai colori e al popolo bianconero, ha voglia di ridare qualcosa.
Trova una società diversa, più ricca, certo, ma anche più strutturata e ambiziosa, che tra un anno avrà un nuovo stadio.
Con Croci-Torti ovviamente ha parlato, ma sul suo ruolo, non c’è ancora nulla di deciso. Dipende dal mercato, dice lui: potrebbe tornare a fare il terzino, oppure giocare qualche metro più avanti, per sfruttare il suo istinto da goleador.
È un giocatore poliedrico, che è ancora in forma e che, come dice lui, non è certo vecchio. Anzi.
Lo vuole dimostrare e lo farà: quello sguardo determinato non mente.
Alioski potrebbe veramente essere un gran colpo.