La SFL ha fatto pervenire ai media un rapporto sulle problematiche di
sicurezza negli stadi, salutando con soddisfazione il miglioramento
della situazione: i dati dicono infatti che sono aumentati dell'8%
gli incontri classificati "verdi" (vale a dire dove non si
sono registrati incidenti), mentre si è avuto un significativo
abbassamento di quelli "rossi" (da 64 a 43, un 33% in meno)
e un numero stabile di quelli "gialli" (-2, statisticamente
quasi insignificante). Logico che la notizia abbia reso felice il CEO
della SFL Claudius Schäfer: "La SFL valuta questo risultato
grazie alle numerose misure preventive implementate in collaborazione
con i club e le organizzazioni partner. Va anche notato che le
valutazioni "rosso" e "giallo" sono dovute
principalmente a incidenti fuori dagli stadi o a incendi dovuti al
lancio di artifizi pirotecnici." Gli episodi di
violenza all'interno degli stadi sono infatti drasticamente calati.
Tutto bene, dunque? Quasi: il cosiddetto "modello a
cascata" adottato della Conferenza dei direttori
cantonali di giustizia e polizia (KKJPD), ufficialmente implementato
dalla stagione 2024/25, non piace alla SFL. che ritiene "contrasti
con la collaborazione costruttiva tra tutti gli attori del settore
calcistico." Il motivo? Il sistema prevede una logica
di escalation unilaterale in caso di incidenti, con misure repressive
che vanno dalla chiusura di alcuni settori dello stadio sino alle
partite a porte chiuse. Come ricordiamo, nella scorsa stagione sono
state adottate ben dodici misure repressive di questo genere. La
cosa, ovviamente, non piace alla SFL: "Il modello a
cascata, così come viene attualmente applicato, non è né efficace
né basato sullo stato di diritto, se non addirittura illegale" ha
chiosato Schäfer. Del resto, il distretto amministrativo
(Statthalteramt) del Cantone Zurigo ha recentemente accolto un
ricorso dell'FCZ, andando in contrasto con le direttive del KKJPD:
non si possono imporre sanzioni imposte a un collettivo. La chiusura
di interi settori dello stadio andrebbe oltre le misure preventive,
come richiesto dall'accordo, seguendo una sentenza del Tribunale
federale. il CEO della SFL conclude: "Vogliamo che le
misure vengano eliminate il più rapidamente possibile. La cosa più
importante è il perseguimento sistematico dei singoli individui, non
la punizione di interi gruppi di tifosi. Vanno limitati gli
spostamenti dei violenti, identificandoli." Tutto vero.
Peccato, però, che l'individuazione dei responsabili passi
attraverso una forte implementazione degli impianti di
videosorveglianza, il che costituisce un onere non indifferente per
le società proprietarie degli stadi e, soprattutto, i biglietti
nominativi e i posti numerati, in modo da avere le generalità delle
persone sedute nei settori dove si verificano gli incidenti. Proprio
una misura che la SFL non vuole adottare, perché osteggiata dai
tifosi. Affaire à suivre, insomma.
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Violenza? Va meglio ma...