MONDIALE PER CLUB
Una finale europea
Pubblicato il 09.07.2025 07:32
di Silvano Pulga
Il Mondiale per club ha la sua prima finalista: gli inglesi del Chelsea, infatti, hanno superato la Fluminense 2-0 con due reti dell'ex João Pedro e con una prestazione nella quale hanno dimostrato una certa superiorità nei confronti dei brasiliani, dal punto di vista tattico oltre che da quello dei valori individuali. Certo, i sudamericani avevano dalla loro il vantaggio di essere, come noto, a metà stagione, con tutto quello che ciò poteva comportare dal punto di vista atletico. Tuttavia, i brasiliani hanno commesso alcuni errori, soprattutto difensivi (piazzamenti della retroguardia, ritardi ad applicare il fuorigioco) che hanno sicuramente favorito la compagine londinese, abile nelle ripartenze e con l'attaccante grande ex in stato di grazia (entrambe sue le reti, la prima con un tiro a giro all'incrocio opposto davvero pregevole). Stasera Real-PSG (alle 21, ora svizzera) determinerà l'altra finalista di un torneo il quale, tutto sommato, come avevamo scritto alcuni giorni fa, è cresciuto molto dal punto di vista tecnico nella sua fase decisiva: evidentemente, con il passare dei giorni, l'idea di potersi fregiare, per quattro anni, del titolo di campione del mondo per club, sta diventando accattivante per chi è ancora in corsa. Comunque vada a finire (i fattori determinanti, nelle partite secche su campo neutro, sono molteplici, come sappiamo), già ora si possono fare dei bilanci, e analizzare i punti deboli di una manifestazione decisamente differente dai mondiali per squadre nazionali. Il primo aspetto che salta all'occhio è la superiorità del calcio europeo, a livello di club: cosa ovvia, magari, ma ribadita dal campo in questa occasione, nonostante le squadre del vecchio continente stiano giocando appesantite da una stagione lunghissima e logorante a differenza, come scrivevamo sopra, delle brasiliane, le ultime ad arrendersi. Alla luce di questo, vedere 4 compagini del Brasileirão e solo 2 della Premier League lascia quantomeno perplessi. Si parla, infatti, di allargare la manifestazione a 48 squadre per questo motivo: se da una parte potrebbe essere un discorso sensato, viste le assenze illustri (il Barcellona è rimasto a casa, per dire, così come il Liverpool e tante altre protagoniste, al netto di compagini dal blasone appannato ma famose in tutto il mondo, come il Manchester Utd e il Milan), allungare il brodo in questo periodo dell'anno, per le squadre europee, potrebbe essere un danno. Molti addetti ai lavori hanno già sollevato l'allarme infortuni: al netto di quelli occorsi ad alcuni protagonisti nel corso del torneo, il terminare la stagione in ritardo e i conseguenti cambi di preparazione potrebbero essere deleteri. Jürgen Klopp, in un'intervista a Die Welt, non le ha infatti mandate a dire. Nel definire il Mondiale per club "L'idea peggiore partorita negli ultimi anni", il tecnico ex Liverpool ha fatto previsioni funeste sui possibili rischi per gli atleti: non si può pretendere di disputare un numero così alto di partite ad alto livello senza che si alzi il rischio di gravi infortuni muscolari. Secondo l'allenatore germanico la prossima stagione vedrà un aumento di giocatori fermati per questo tipo di lesioni: gli effetti di questa competizione, insomma, si vedranno nei mesi futuri. Una prospettiva inquietante, in un calcio dove la fine della stagione in corso si sovrappone con la prossima, visto che, in Europa, questa settimana sono partiti i preliminari delle competizioni UEFA. Un circo senza soluzione di continuità che, secondo l'ex allenatore anche del Borussia Dortmund, col tempo potrebbe stancare il pubblico. Quello, cioè, che pompa nel sistema i soldi veri.