È arrivato in Ticino nel 2011 quando aveva 40 anni: dal
Locarnese non si è più mosso.
È la sua seconda patria, dopo Sintra, la città che gli ha dato i natali a 25 chilometri da Lisbona.
Lui è Vitor Dos Santos, dal 1. Luglio nuovo allenatore del FC Locarno.
Ha alle spalle 17 anni di calcio giocato a livello professionistico (serie B) in Portogallo, prima dell’arrivo in Ticino per motivi famigliari.
Semine, Solduno, Ascona, Losone e Collina d’Oro lo hanno forgiato, Locarno lo può lanciare definitivamente.
È arrivato in un club storico, che ha tanta voglia di risalire la china, di tornare tra l’èlite del nostro calcio. Non sarà facile, ci vorrà tempo, soprattutto dopo la rivoluzione societaria di questi ultimi giorni, con Klein e Grigo che hanno preso in società il posto dell’ex presidente Cavalli.
Per Dos Santos, allenare il Locarno è un sogno:
“Proprio così, è la squadra della mia città: anche se sono in Svizzera da “soli” 14 anni, è quella per cui tifo. Allenarla è un onore, oltre che un grande piacere”.
I primi contatti con la nuova dirigenza risalgono a qualche settimana fa:
“Ho parlato con Klein e Grigo e ho subito avuto un’impressione positiva. C’è stato un momento di incertezza, perché non si sapeva se il Locarno avrebbe fatto la promozione e se Cavalli sarebbe rimasto o meno presidente. Una volta che tutto è stato chiarito, ho tirato un sospiro di sollievo”.
C’è fiducia, nonostante il tanto lavoro che lo aspetta:
“Pian piano stiamo costruendo la squadra: ci alleniamo soltanto da lunedì, ma le prime sensazioni sono indubbiamente positive”.
Sarà un Locarno diverso dallo scorso anno, visto le molte partenze di giocatori di esperienza?
“Penso di sì. Magari avremo un po’ meno di qualità, ma sicuramente avremo tantissima voglia. Sarà una squadra più giovane, che metterà in campo tanta grinta”.
Come il suo allenatore, vero?
“Beh, da giocatore sono sempre stato un terzino che non aveva molta tecnica, ma con un grande spirito di sacrificio. Vorrei che anche il mio Locarno avesse questa voglia di lottare su ogni pallone”.
Della squadra dello scorso campionato sono rimasti soltanto 6-7 giocatori, tra cui De Capitani, Di Benedetto, Lucic e Ritzer. Trattative avanzate anche con Polli. Sul fronte arrivi invece da notare il ritorno di David Stojanov, un bomber da sempre sinonimo di garanzia.
Mister, qual è l’obiettivo della dirigenza?
“Sinceramente con la dirigenza non abbiamo parlato di promozione o di un obiettivo specifico. Credo che anche loro sanno che c’è in atto una bella trasformazione e che bisogna iniziare a lavorare per capire dove si potrà arrivare”.
Lei che obiettivo si pone?
“Io mi metto sempre addosso grande pressione, sono uno che arriva dal basso e che è ambizioso. Voglio giocare per la parte alta della classifica. Sono certo che ci riusciremo: non avessi avuto questo pensiero, non sarei venuto a Locarno”.
È la sua seconda patria, dopo Sintra, la città che gli ha dato i natali a 25 chilometri da Lisbona.
Lui è Vitor Dos Santos, dal 1. Luglio nuovo allenatore del FC Locarno.
Ha alle spalle 17 anni di calcio giocato a livello professionistico (serie B) in Portogallo, prima dell’arrivo in Ticino per motivi famigliari.
Semine, Solduno, Ascona, Losone e Collina d’Oro lo hanno forgiato, Locarno lo può lanciare definitivamente.
È arrivato in un club storico, che ha tanta voglia di risalire la china, di tornare tra l’èlite del nostro calcio. Non sarà facile, ci vorrà tempo, soprattutto dopo la rivoluzione societaria di questi ultimi giorni, con Klein e Grigo che hanno preso in società il posto dell’ex presidente Cavalli.
Per Dos Santos, allenare il Locarno è un sogno:
“Proprio così, è la squadra della mia città: anche se sono in Svizzera da “soli” 14 anni, è quella per cui tifo. Allenarla è un onore, oltre che un grande piacere”.
I primi contatti con la nuova dirigenza risalgono a qualche settimana fa:
“Ho parlato con Klein e Grigo e ho subito avuto un’impressione positiva. C’è stato un momento di incertezza, perché non si sapeva se il Locarno avrebbe fatto la promozione e se Cavalli sarebbe rimasto o meno presidente. Una volta che tutto è stato chiarito, ho tirato un sospiro di sollievo”.
C’è fiducia, nonostante il tanto lavoro che lo aspetta:
“Pian piano stiamo costruendo la squadra: ci alleniamo soltanto da lunedì, ma le prime sensazioni sono indubbiamente positive”.
Sarà un Locarno diverso dallo scorso anno, visto le molte partenze di giocatori di esperienza?
“Penso di sì. Magari avremo un po’ meno di qualità, ma sicuramente avremo tantissima voglia. Sarà una squadra più giovane, che metterà in campo tanta grinta”.
Come il suo allenatore, vero?
“Beh, da giocatore sono sempre stato un terzino che non aveva molta tecnica, ma con un grande spirito di sacrificio. Vorrei che anche il mio Locarno avesse questa voglia di lottare su ogni pallone”.
Della squadra dello scorso campionato sono rimasti soltanto 6-7 giocatori, tra cui De Capitani, Di Benedetto, Lucic e Ritzer. Trattative avanzate anche con Polli. Sul fronte arrivi invece da notare il ritorno di David Stojanov, un bomber da sempre sinonimo di garanzia.
Mister, qual è l’obiettivo della dirigenza?
“Sinceramente con la dirigenza non abbiamo parlato di promozione o di un obiettivo specifico. Credo che anche loro sanno che c’è in atto una bella trasformazione e che bisogna iniziare a lavorare per capire dove si potrà arrivare”.
Lei che obiettivo si pone?
“Io mi metto sempre addosso grande pressione, sono uno che arriva dal basso e che è ambizioso. Voglio giocare per la parte alta della classifica. Sono certo che ci riusciremo: non avessi avuto questo pensiero, non sarei venuto a Locarno”.