TENNIS
C'era una volta il giudice di linea
Pubblicato il 10.07.2025 08:42
di A. L.
Wimbledon significa tradizione, identità. Rappresenta un'istituzione, capace di rinnovare il passato e portarlo nella modernità. Ma i tempi corrono veloci, e anche il torneo inglese si deve adeguare alla contemporaneità. Siamo nella suprema potestà di dominio dell'era tecnologica, in piena corsa verso la perfezione, l'errore è ritenuto un limite da superare, lo sbaglio una pastoia da eliminare. È finita l'epoca dei giudici di linea. Ora ci sono le chiamate elettroniche. La svista non è più contemplata. L'occhio umano non sempre avvistava la giusta traiettoria della pallina. E poi l'erba non è la terra, dove un segno rimaneva. Ora sul campo la presenza del giudice di linea è quasi residuale, sono denominati assistenti di partita. Il loro numero è diminuito in maniera drastica. Le loro funzioni sono state depotenziate. Non hanno nessuna influenza sulle decisioni di un arbitro. Rimangono per assolvere a mansioni come: accompagnare i giocatori in bagno; aprire i tubetti di palline nuove; partecipare a iniziative di sponsorizzazioni. Sono sempre seduti nei loro posti di ordinanza. Ma sono addivenuti a velleitari cavalieri solitari. Sono un simulacro. E così intristiti pensano a quei cari e vecchi tempi, che sono andati e non ritorneranno. Perché come canta De Gregori: Il futuro è una palla di cannone e noi lo stiamo raggiungendo.