Nell'andata del preliminare di Europa League di ieri, gli ungheresi del Paksi e i rumeni del Cluj hanno chiuso a reti bianche. Bisognerà quindi attendere la prossima settimana per sapere quale, tra le due, incontrerà il FC Lugano nel turno successivo, a Thun, giovedì 24 luglio.
La squadra bianconera nel frattempo, continua a lavorare, e oggi sarà impegnata nel test contro il Thun (alle 14 a Balerna), in un anticipo della partita vera di campionato, in programma domenica 27 luglio a Cornaredo. Nessuna amichevole con avversarie di grande spessore: non è il periodo. Del resto, soprattutto in Europa, le partite saranno già decisive per disegnare il futuro della stagione: superare il primo turno di qualificazione in Europa League potrebbe essere un buon passo in avanti. Intendiamoci: l'approccio alla fase a gironi di questa competizione è molto complesso. Tuttavia, andare avanti quel tanto che basterebbe a evitare il playoff di Conference League, dove si rischia di incontrare squadre inglesi, spagnole, italiane o tedesche, sarebbe un ottimo risultato.
Non è un mistero, quindi, che la campagna di rafforzamento passi attraverso i risultati estivi europei. Le coppe del giovedì saranno, come lo scorso anno, un grande stimolo e una vetrina internazionale di pregio: ma, per esibirsi su quei palcoscenici, serve una rosa adeguata, in qualità ma, soprattutto, nel numero. La politica della dirigenza è sempre la stessa, anche se l'arrivo di "Gianni" Alioski potrebbe, magari, sembrare in controtendenza. La nostra idea, invece, è che sia stato senza dubbio prodromico a creare uno zoccolo duro di "anziani" in spogliatoio che aiuti i giovani a crescere. E non è un caso che si sia scelto un giocatore esperto con un passato in bianconero: la sensazione è che si cerchi di creare equilibri nuovi. Nella passata stagione, da marzo in poi, come ben ricordiamo, qualcosa si è incrinato. Alioski è un elemento che può vantare un curriculum di tutto rispetto, come altri in rosa; tuttavia, con la differenza di aver iniziato il suo percorso come calciatore di spessore a Cornaredo. Ha giocato con Mattia Bottani, è amato dal pubblico luganese, ha sempre ricordato con affetto il Ticino: ce lo ricordiamo, in tribuna, tempo fa, quando ormai giocava in Inghilterra, a sostenere gli ex compagni. Non pensiamo che tutto questo sia stato casuale, al netto del fatto che si tratta di un elemento il quale, in Super League, può ancora fare la differenza.
Sul resto, come già scritto su questa testata, partenze come quella di Yanis Ryter hanno lasciato perplessi, perché sembrano quasi smentire la strategia della società. Dopodiché, immaginiamo che la cessione sia stata concordata con lo staff tecnico, al netto di tutte le questioni contrattuali, delle quali si è trattato in modo esaustivo nel pezzo dedicato. C'è poi il capitolo che riguarda i pezzi pregiati: anche lì, molto dipenderà dall'esito delle sfide europee: senza un palcoscenico adeguato, può darsi che ci si debba aspettare qualche addio di peso, soprattutto se arriveranno offerte interessanti. Del resto, le parole della dirigenza, nella conferenza di fine anno, erano state piuttosto esplicite. Il che non significa, naturalmente, che vedremo un Lugano che rinuncerà a essere protagonista. In Svizzera e, ci auguriamo, oltreconfine.
La squadra bianconera nel frattempo, continua a lavorare, e oggi sarà impegnata nel test contro il Thun (alle 14 a Balerna), in un anticipo della partita vera di campionato, in programma domenica 27 luglio a Cornaredo. Nessuna amichevole con avversarie di grande spessore: non è il periodo. Del resto, soprattutto in Europa, le partite saranno già decisive per disegnare il futuro della stagione: superare il primo turno di qualificazione in Europa League potrebbe essere un buon passo in avanti. Intendiamoci: l'approccio alla fase a gironi di questa competizione è molto complesso. Tuttavia, andare avanti quel tanto che basterebbe a evitare il playoff di Conference League, dove si rischia di incontrare squadre inglesi, spagnole, italiane o tedesche, sarebbe un ottimo risultato.
Non è un mistero, quindi, che la campagna di rafforzamento passi attraverso i risultati estivi europei. Le coppe del giovedì saranno, come lo scorso anno, un grande stimolo e una vetrina internazionale di pregio: ma, per esibirsi su quei palcoscenici, serve una rosa adeguata, in qualità ma, soprattutto, nel numero. La politica della dirigenza è sempre la stessa, anche se l'arrivo di "Gianni" Alioski potrebbe, magari, sembrare in controtendenza. La nostra idea, invece, è che sia stato senza dubbio prodromico a creare uno zoccolo duro di "anziani" in spogliatoio che aiuti i giovani a crescere. E non è un caso che si sia scelto un giocatore esperto con un passato in bianconero: la sensazione è che si cerchi di creare equilibri nuovi. Nella passata stagione, da marzo in poi, come ben ricordiamo, qualcosa si è incrinato. Alioski è un elemento che può vantare un curriculum di tutto rispetto, come altri in rosa; tuttavia, con la differenza di aver iniziato il suo percorso come calciatore di spessore a Cornaredo. Ha giocato con Mattia Bottani, è amato dal pubblico luganese, ha sempre ricordato con affetto il Ticino: ce lo ricordiamo, in tribuna, tempo fa, quando ormai giocava in Inghilterra, a sostenere gli ex compagni. Non pensiamo che tutto questo sia stato casuale, al netto del fatto che si tratta di un elemento il quale, in Super League, può ancora fare la differenza.
Sul resto, come già scritto su questa testata, partenze come quella di Yanis Ryter hanno lasciato perplessi, perché sembrano quasi smentire la strategia della società. Dopodiché, immaginiamo che la cessione sia stata concordata con lo staff tecnico, al netto di tutte le questioni contrattuali, delle quali si è trattato in modo esaustivo nel pezzo dedicato. C'è poi il capitolo che riguarda i pezzi pregiati: anche lì, molto dipenderà dall'esito delle sfide europee: senza un palcoscenico adeguato, può darsi che ci si debba aspettare qualche addio di peso, soprattutto se arriveranno offerte interessanti. Del resto, le parole della dirigenza, nella conferenza di fine anno, erano state piuttosto esplicite. Il che non significa, naturalmente, che vedremo un Lugano che rinuncerà a essere protagonista. In Svizzera e, ci auguriamo, oltreconfine.