Questo
è lo sport, questo è il fato che sovrasta anche il destino. Contro
Dimitrov sembrava finita, Sinner pareva avviato a una netta sconfitta
e a una clamorosa eliminazione, ma ecco l'imprevisto: l'infortunio e
l'abbandono del bulgaro. Forse l'italiano ha colto un segno e ora ha
scritto la storia: e consegna all'Italia un grandissimo trionfo.
L'altoatesino ha schiantato Alcaraz, lo ha dominato sul piano
tecnico, tattico e psicologico. Ha perso, in malo modo, il primo set,
ma poi è entrato con decisione e forza nella partita. Ha sfoderato
in sicurezza i suoi colpi: continuità nel servizio; rovescio
formidabile; diritto ficcante. Sinner è stato costante e non ha mai
tremato, Alcaraz non ha mai trovato il ritmo. Uno cresceva, l'altro
ha cominciato a dubitare. E nello scambio la differenza era evidente.
Alcaraz e Sinner sono sullo stesso livello, la vittoria di Parigi
pareva aver segnato l'italiano soprattutto sotto l'aspetto mentale,
insinuando tarli insidiosi. Ma il numero uno al mondo ha saputo
reagire, ha mostrato una grandissima forza mentale. Il tennis è uno
sport che vive di psicologia e di risvolti emotivi che non hanno
pari. Cosa resta di Wimbledon? Una certezza: dietro Alcaraz e Sinner
c'è un vuoto assoluto, ogni Slam è scontato, i due non hanno rivali.
WIMBLEDON

Sinner è già nella storia